Da Formia al successo internazionale negli Usa. La storia di Salvatore e Valentino al cinema

È diventato talmente famoso che a un certo punto veniva acclamato col solo cognome. Un cognome evidentemente italiano, anzi, formiano. Si tratta di Valentino Lee Liberace, uno dei più famosi e bizzarri pianisti dell’era contemporanea. Tanto da diventare l’artista musicale più pagato al mondo per circa un ventennio, tra gli anni 50 e i 70.

"La locandina del film"
“La locandina del film”

Ed è in uscita in Italia, precisamente domani, un film che ne narra le gesta e ne racconta la vita privata. Il padre di Valentino si chiamava Salvatore Liberace, che nasce a Formia, nel quartiere di Castellone, il 9 dicembre del 1885. Tra poco ricorrono quindi i 128 anni dalla nascita. La passione per la musica è in molti casi un fatto ereditario ed in effetti lo stesso Salvatore inizia a suonare strumenti fin da giovanissimo, nella banda del paese o dal vivo nei cinema a copertura dei film muti, come si usava fare un tempo.


Ma le origini di Salvatore Liberace erano umili e troppo poco rendevano per vivere i lavori da artigiano e operaio che riusciva a portare avanti. Così, come molti italiani hanno fatto all’inizio del secolo, emigrò negli Stati Uniti. Dove oltre a coltivare la sua passione per la musica, ottenendo anche ottimi risultati suonando il corno francese e dirigendo la Milwaukee Philarmonic Orchestra, conosce una donna polacca di origine tedesca che sposa e dalla quale ha quattro figli: George, che diventa anch’egli un affermato violinista, Angelina e un parto gemellare a seguito del quale sopravvive solo Valentino dopo la prematura scomparsa del fratello gemello.

"Il rione di Castellone dove abitava Salvatore Liberace"
“Il rione di Castellone dove abitava Salvatore Liberace”

Negli Stati Uniti Salvatore ottenne lo pseudonimo di Sam, in perfetta controtendenza rispetto al figlio Valentino che fece poi delle sue origini e del cognome formiano il suo marchio di fabbrica. Storia di un formiano che ha centrato il suo obiettivo, come rivelato dallo stesso Valentino, di creare una famiglia di artisti e musicisti in grado nel tempo di far progredire con le proprie opere il mondo dell’arte. Anche se la scelta di Valentino di ampliare gli orizzonti rendendo la musica classica accessibile a tutti nell’ambito di spettacoli popolari, lo mise in conflitto col padre.

Personaggio eccentrico ed eclettico Valentino che, oltre a essere come detto un ottimo pianista, fece il compositore di colonne sonore, l’attore, il personaggio televisivo. E ancora oggi è ricordato in brani e passaggi cinematografici degli artisti più famosi. Il film in uscita, intitolato “Dietro i candelabri” e girato da Steven Soderbergh, ne celebra il successo in una complessa vita privata, mettendo in evidenza una voce piuttosto diffusa secondo la quale fosse omosessuale e contro la quale Liberace si oppose fermamente per tutta la vita, conclusasi il 4 febbraio del 1987, a 67 anni, a causa di complicazioni cliniche dovute all’Aids. Motivo per il quale gli studios americani hanno deciso di non proiettarlo nelle sale ma solo per la televisione, “perchè troppo gay”.

Un pezzo di storia formiana, uno spaccato culturale sulle radici della città rilanciato a livello internazionale che tuttavia non troverà spazio nell’unico cinema in città, dove, almeno per ora, non ne è prevista la proiezione.