Dalla Gran Bretagna a Fondi per farsi operare da Enzo Viola

*Enzo Viola*
*Enzo Viola*

“Ho scelto l’ospedale “San Giovanni di Dio” di Fondi, affidandomi esplicitamente alle mani del dott. Vincenzo Viola, quando la patologia addominale mi stava creando problemi molto seri”. A parlare è C.T.,  operatrice nel campo dei voli aerei nella capitale inglese e sposata con un signore di nazionalità brasiliana.

“Al momento di intraprendere un viaggio con mio marito in terra carioca – racconta in una lettera fatta pervenire alla nostra redazione – ho avuto il netto diniego, da parte dei medici di sua Maestà, a mettere piede su un aereo, in quanto, secondo la loro visione, le mie condizioni mi obbligavano a curarmi restando praticamente immobile. Senza darmi per vinta, mi sono attivata per informarmi sulle possibilità che avevo di risolvere all’origine il problema e non di curarlo “a posteriori” con medicine e soluzioni “tampone”. Essendo di origine terracinese, da alcuni dottori della capitale britannica mi è stato segnalato il nominativo del dott. Viola, chirurgo presso il reparto dell’ospedale di  Fondi, che ha praticato la laparoscopia anche in vari ospedali britannici. Dopo le indicazioni ricevute a Londra, ho cercato di documentarmi ulteriormente, chiedendo a Fondi, a Terracina e tra i conoscenti della zona e ho visto confermate le notizie già in mio possesso, venendo anche a conoscenza del fatto che il dott. Viola, dopo un recente periodo presso il “Monaldi” di Napoli, una delle tre eccellenze della Laparoscopia europea, insieme a Dublino e a Madrid, aveva destato anche un’ottima impressione in un congresso internazionale a Dundee in Scozia.


*Vincenzo Viola e la sua equipe*
*Vincenzo Viola e la sua equipe*

A quel punto, tramite conoscenze del luogo, ho subito contattato l’ancor giovane chirurgo e mi sono affidata a lui e alla equipe di quel giorno. Dell’esperienza vissuta in sala operatoria, nella fase preparatoria dell’intervento, e non nego le mie paure, vorrei menzionare i nomi del dott. Carnevale, anestesista, e dell’infermiere Stefano, di cui, purtroppo, non ricordo il cognome, i quali sono stati eccezionalmente vicini nel mettermi a mio agio mentre osservavo la razionale concentrazione e la glacialità degli occhi del dott. Viola in procinto di intervenire. Indiscutibilmente ottimi – ha pure aggiunto qualche giorno dopo l’intervento – i risultati. Già alle ore venti della stessa giornata nel corso della cui tarda mattinata sono stata operata, grazie anche al contributo degli infermieri del reparto, tutti professionalmente preparati e dotati di uno slancio ammirevole verso ogni degente, ho potuto alzarmi dal letto e, addirittura, l’indomani, ho fatto ritorno a casa, presso i miei parenti che vivono a Terracina, prima di intraprendere il viaggio di rientro Oltremanica.

Sono oltremodo felice per l’esito dell’intervento anche alla luce dei confronti avuti con persone che presentavano la stessa patologia, le quali mi hanno raccontato di aver dovuto attendere più di qualche giorno per lasciare il letto di degenza. L’eco della qualità dell’intervento ha raggiunto i miei colleghi di lavoro in Gran Bretagna e già so di alcuni di loro che hanno deciso di contattare il dott. Viola, cui va tutta la mia personale gratitudine, oltre a quella di mio marito e della famiglia. Ritengo di aver speso doverosamente queste mie considerazioni alla luce della troppo superficiale valutazione negativa che la disinformazione mediatica opera allorchè fa della Sanità e dei medici italiani tutt’erba un fascio. A questo proposito mi domando perché, quando ci si trova davanti a professionisti tanto capaci e dotati di grande slancio operativo, supportato da una incontenibile carica di encomiabile dedizione verso i pazienti, chi è preposto alla guida delle strutture pubbliche non compia i dovuti passi per favorire la piena funzionalità del servizio prestato grazie al grande senso di responsabilità personale, impedendo il depotenziamento di ciò che esiste, anzi favorendo la creazione di strumenti nuovi a supporto delle capacità operative delle eccellenze mediche e, soprattutto, perché non si punti a una meritata valorizzazione delle potenzialità professionali di chi può dare tanto ai pazienti e alla Chirurgia in generale.

Personalmente porterò con me in Gran Bretagna la decisa volontà di testimoniare la valenza del dott. Viola e di quanti, al suo pari, tengono sempre alta la deontologia che ne sorregge l’impegno sulla scorta dei principi contenuti nel giuramento di Ippocrate”.