Falsi ciechi denunciati a Minturno, la difesa passa al contrattacco

cieco1Non ciechi, ma ipovedenti. Un particolare che consente di avere gli stessi benefici di invalidità e pensionistici di chi è completamente privo della vista. Si difendono così i due minturnesi, zio e nipote, denunciati dai carabinieri con l’accusa di truffa e ai quali l’Inps ha sospeso la pensione, ritenendo che avessero dichiarato falsamente di essere ciechi.

Spiegazioni che i due, L.T., 48 anni, e C.A., 31 anni, forniscono tramite il loro legale, l’avvocato Pasquale Lattari. I carabinieri li hanno denunciati dopo aver sorpreso, a Scauri, il 48enne alla guida di un motocarro Ape e il 31enne che tagliava l’erba nel giardino della sua abitazione.


Secondo gli inquirenti il primo avrebbe percepito illecitamente la pensione per 15 anni, per un totale di 180mila euro, e il secondo per 8, per un totale di 90mila.

L’avvocato Lattari ha spiegato che tutta la famiglia dei due denunciati ha “un’accertata e documentata carenza genetica, la mutazione di un frammento del DNA, che provoca una malattia definita aniridia ad entrambi gli occhi. La malattia – ha proseguito il legale – consiste nell’assenza parziale o totale dell’iride, estremamente rara”. L’avvocato Lattari nei prossimi giorni depositerà in Procura la documentazione medica relativa ai suoi assistiti e chiederà agli inquirenti di compiere i necessari accertamenti.

“Ricordo – ci ha tenuto a precisare il legale – come la mamma e sorella dei due indagati, stimata e storica centralinista del Tribunale di Latina, venne sconvolta da diffusione di filmati similari a seguito di indagini condotte a suo carico dalla Procura di Torino, e si ridusse in stato psico-fisico tale da patirne il decesso. Per onore di cronaca tale procedimento a carico della stessa e dei restanti due figli, una volta documentata e depositata tale documentazione medica, si è del tutto arenato”.

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