Estorsione, arrestato il presidente del Gaeta Calcio

*Mario Belalba*
*Mario Belalba*

Ci sarebbe il trasferimento di un calciatore della rosa della prima squadra alla base di una serie di eventi che hanno portato all’arresto di Mario Belalba, il presidente del Gaeta calcio e di Francesco Morabito, 32enne calabrese.

A sorprendere i due, poi finiti in manette poichè colti in flagranza del reato di estorsione in concorso, sono stati gli uomini del comando dei carabinieri di Formia coordinati dal capitano Giovanni De Nuzzo.


L’arresto è scattato nella serata di venerdì a seguito di una segnalazione da parte della vittima dell’estorsione, un 42enne di Itri dipendente in un istituto di credito a Cassino. Quest’ultimo, oltre alla sua professione, però, da tempo si occupa anche di trasferimenti di calciatori nelle categorie dilettantistiche come nel caso del controverso passaggio di Vincenzo Manzo all’Arzachena.

E proprio questa sua passione lo ha portato ad occuparsi anche del trasferimento di Manzo, dapprima al Gaeta eppoi, a seguito della volontà del calciatore di andare via, anche del successivo passaggio alla società sarda. Un trasferimento nell’ambito del quale il calciatore ha chiesto anche gli stipendi non percepiti.

"Compagnia Carabinieri Formia e il capitano De Nuzzo"
“Compagnia Carabinieri Formia e il capitano De Nuzzo”

A questo proposito proprio il 42enne itrano decide di farsi carico in qualità di garante della intermediazione tra il Gaeta e l’atleta il quale, vedendo il passaggio all’Arzachena realizzarsi a gennaio, può vantare un credito di circa 2500 euro a fronte di un assegno firmato dalla figlia di Belalba per circa 8mila euro.

Eppure lo stesso calciatore riscuote l’assegno per l’intera cifra, scatenando l’ira di Belalba che se la prende col funzionario di banca. Una reazione incontrollata evidentemente corredate di minacce e addirittura profilando l’eventuale utilizzo di armi contundenti. Tutto registrato durante uno degli incontri.

L’imprenditore gaetano nel commercio delle carni, difeso dagli avvocati Vincenzo Macari e Lino Magliuzzi, e il reggino, difeso dall’avvocato Romeo di Reggio Calabria, entrambi pregiudicati, sono stati trasferiti nel carcere di Cassino dove lunedì saranno sottoposti all’interrogatorio di convalida da parte del Gip Donatella Perna, mentre la pubblica accusa è affidata al magistrato Arianna Armanini. L’assegno e i corpi contundenti trovati nell’auto di Belalba sono stati sequestrati.