Nel corso dell’udienza presso il tribunale di Santa Maria Capua Vetere per concorso esterno in associazione camorristica a carico di Nicola Cosentino ecco che si è tornato a parlare del business dei rifiuti e del collegamento, vero o presunto, di Cipriano Chianese, con quel giro di affari.
Stavolta a fare il nome dell’avvocato 62enne dapprima ai domiciliari in quanto imputato in un processo per avvelenamento delle falde e disastro ambientale, poi finito in carcere – nel dicembre scorso – per estorsione, oggi è stato tirato “in ballo” dal pentito del clan dei casalesi, Francesco Della Corte il quale, rivolgendosi al pubblico ministero di udienza, Alessandro Milita, ha dichiarato: “Tra il 2005 e il 2006 incontrai Cipriano Chianese che mi chiese di uccidere il pubblico ministero della Dda Alessandro Milita” e sarebbe stato solo per un mancato accordo sul “compenso” che il collaboratore di giustizia non avrebbe acconsentito: “Volevo più soldi di quanti mi erano stati proposti”.
Un racconto reso in video conferenza, ma che già è stato raccolto negli atti che hanno portato all’arresto di Chianese nel dicembre scorso.
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