Spettri sull’agognata stabilizzazione, i medici precari dell’Asl di Latina sul piede di guerra

*Pronti a rivolgersi anche alla Procura*
*Pronti a rivolgersi anche in Procura*

Voci che passano di corridoio in corridoio, di camice in camice. Che prendono consistenza. E che, nel caso trovassero effettiva conferma, farebbero saltare ogni equilibrio nella sanità pontina, che per buona parte si regge sul loro lavoro.

Un terremoto dietro l’angolo: a decine, i professionisti già pronti ad esposti in Procura, ricorsi al Tar, scioperi e manifestazioni.


I precari dell’Asl di Latina sono in subbuglio, in particolar modo i dirigenti medici. Gente che in alcuni casi presta il proprio servizio alle dipendenze dell’Azienda pontina da anni, anche facendo la spola per chilometri, senza trovare alcuna stabilizzazione.

Ed è proprio questo il punto: la stabilizzazione. C’è il rischio che, in barba alle normative vigenti, tutti questi professionisti in fila da anni per un posto fisso rimangano con un pugno di mosche. Rischio che potrebbe concretizzarsi con un ‘colpo di coda’ del manager Asl facente funzione Ennio Bruno Cassetta, che ha appena passato il testimone a Michele Caporossi.

Di mezzo, vecchie graduatorie che qualcuno vorrebbe pronte a ‘resuscitare’. Con il timore dei medici precari di vedersi scavalcare illegittimamente, in una classica infornata di ‘amici di’.

*Molti, i professionisti in ansia*
*Molti, i professionisti in ansia*

I fatti – Da una parte, il precariato, esasperato da anni nel limbo della sanità: “Troppe, le ripetute prese in giro che, anno dopo anni, semestre dopo semestre, si sono rinnovate e prorogate in attesa della tanto promessa e sospirata stabilizzazione”, spiegano alcuni dei malcapitati, dal cui lavoro dipendono le sorti di una moltitudine di strutture, servizi e reparti.

Dall’altra, l’Asl di Latina ed il dottor Cassetta. Di fronte all’ennesimo tentativo dell’Azienda di far fronte all’imponente richiesta di medici, il manager uscente ha previsto, dietro permesso e deroga concessa dalla Regione, l’assunzione a tempo indeterminato di ben quattro medici. Un pediatra, un cardiologo, un chirurgo ed un anestesista, allo scopo di rinforzare il malandato Presidio Centro, specie dopo il trasferimento dello scorso 20 gennaio di due chirurghi del ‘San Giovanni di Dio’ di Fondi.

Sin qui nulla di male. Anzi, il provvedimento di Cassetta parrebbe proprio un bel ‘regalo’. Se non fosse per un grande, spinoso quesito: secondo quali modalità verranno assunti questi nuovi specialisti?

*Il manager uscente Ennio Bruno Cassetta*
*Il manager uscente Ennio Bruno Cassetta*

Naftalina e veleni – Un ‘particolare’, le modalità, su cui è pronta a scatenarsi la bolgia. Sembra infatti che l’ex direttore sarebbe stato intenzionato ad attingere a delle vecchie graduatorie concorsuali regionali che, in alcune specialità, risalirebbero addirittura ad oltre dieci anni addietro. Graduatorie che però sono oramai scadute e non più idonee.

Qui rientrano in gioco i precari dell’Asl di Latina. Inviperiti, nel caso si vedessero passare avanti “i soliti privilegiati”, senza che venga data loro la possibilità di mettere a concorso i posti in deroga regionale, minacciano il finimondo.

La normativa – Dalla loro, hanno una recente legge del Ministero della Salute: dice che gli enti pubblici fino alla data prevista del 31 dicembre 2016 sono autorizzati a dare avvio a nuovi concorsi, anche ad ordinamento autonomo, previa verifica dell’assenza di graduatorie concorsuali approvate e successive a partire dalla data del 1 gennaio 2008, con esclusione delle graduatorie già prorogate di ulteriori 5 anni oltre la loro vigenza ordinaria.

In alcune aree dell’Asl pontina, come ad esempio quella della Chirurgia generale, non esistono concorsi espletati in tali termini utili e, pertanto, non esistono graduatorie legalmente valide.

*Il nuovo direttore Michele Caporossi*
*Il nuovo direttore Michele Caporossi*

Dubbi e nervi tesi – Da qui, la rabbia, le paure ed i sospetti dei precari: “Con quali modalità ‘extra-legis’ il direttore facente funzione Cassetta avrebbe elargito notizie relative a probabili ripescaggi in graduatorie regionali già scadute?”.

Mentre qualcuno dei camici bianchi si augura sia una gaffe dovuta magari al mancato aggiornamento, è di fatto ormai guerra fredda, con paventati ricorsi, esposti, denunce e quant’altro serva a far succedere un quarantotto.

Spetterà adesso al neo- insediato manager Caporossi scansare al più presto l’ombra, consistente o meno che sia, delle solite assunzioni ‘all’italiana’. Fare chiarezza per smorzare le minacce dei precari, pronti a paralizzare il comparto sanitario provinciale.