Tirato direttamente in ballo nei giorni scorsi dall’amministratore delegato del Mof Enzo Addessi, il consigliere comunale di Fondi Arnaldo Faiola non ci sta, e passa ad un duro contrattacco. Che si conclude con la richiesta di dimissioni dello stesso Addessi.
Un piccolo, necessario passo indietro. Tutto è iniziato dopo lo scorso 4 febbraio, giorno della riunione a porte chiuse tra gli operatori del Mof, i vertici amministrativi ed il sindaco di Fondi.
Scrivemmo, tra le altre cose, di un Addessi contestato da una parte dei presenti, con qualcuno che ne chiedeva con forza le dimissioni. Dopo qualche giorno, di ritorno da impegni lavorativi all’estero, la replica del diretto interessato, nell’ambito di un discorso più ampio sullo stato generale ed i mali del Mercato.
Nello specifico, Addessi bollava la contestazione come cosa di pochi. Ed anzi riconducibile ad una sola persona: “La richiesta non è venuta dagli operatori azionisti, ma da un consigliere comunale presente in sala, Arnaldo Faiola, al quale è stato consentito di partecipare e di prendere la parola pur non avendone diritto”, aveva detto. “Peraltro non è la prima volta che il consigliere Faiola si rivolge nei miei confronti in questo modo”. Aggiungendo poi un particolare: con Faiola c’era la “sua piccola claque”.
Discorso chiuso? Nemmeno per sogno. Il sanguigno consigliere d’opposizione ha dimostrato di non gradire. E non ha esitato a dire la sua. Com’è nel suo stile, senza mezzi termini.
“Addessi è un ipocrita. Come del resto tutti gli operatori, sa benissimo anche lui quello che è realmente accaduto in quella riunione”, esordisce. “Considerando la presenza del sindaco De Meo, come cittadino ed esponente di minoranza mi era sembrato il caso di presenziare personalmente. Ed è stato proprio lui, Addessi, che mi ha autorizzato a parlare. Era anche contento della mia presenza, cosa che ha sottolineato egli stesso in apertura, auspicando una maggiore presenza dei rappresentanti del consiglio comunale riguardo al Mof. Su questo, chiamo a testimoniare il primo cittadino e gli stessi operatori. Invece, dopo avermi ringraziato pubblicamente, esce a mezzo stampa con tali dichiarazioni. Un comportamento che non gli fa certo onore. E che, lo ribadisco, considero da ipocrita. Se ha il coraggio, mi denunci perché l’ho accusato di ipocrisia. Il problema credo sia che lui ha fatto delle mie accuse in sala una questione prettamente personale”.
Dal personale, al generale. “Sono vent’anni che la situazione del Mof è in costante declino, una cosa oggettiva. Di anno in anno, si registrano perdite economiche e spese insostenibili per i poveri operatori. Addessi, dice di essere un commerciante: allora dovrebbe cambiare mestiere, vista la situazione critica. Discorso che si ricollega al suo ruolo di amministratore delegato: ha ricoperto la carica per vent’anni, ma evidentemente, visti i risultati sotto gli occhi di tutti, non è all’altezza. Per questo sono convinto che debba dimettersi. L’ho detto nella riunione e lo ribadisco. Sul tema sono pronto a qualsiasi confronto, anche pubblico. Che gli operatori si svegliassero, finendola di sottostare ai ricatti, diretti o indiretti”.
In questo tourbillon di pensieri e parole, non poteva mancare un breve cenno alla “claque”. “La claque? Se qualcuno ha applaudito al mio intervento, è perché condivideva quello che avevo appena detto. E se c’era qualcuno con battitori di mano a comando, non ero certo io”.
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