Latina, lavoratori Scm contro la proposta di affitto della produzione: “È umiliante”

scm tre pontiUn secco no alla nuova ipotesi di affitto del sito, è venuto quest’oggi dai lavoratori della SCM di Tor Tre Ponti che hanno nettamente rifiutato l’offerta che un imprenditore aveva presentato in tribunale dopo la seconda pubblicazione di gara per l’affidamento del sito.

I lavoratori, presenti all’assemblea, hanno preso atto della documentazione presentata in tribunale e, all’unanimità, hanno espresso un netto giudizio contrario all’offerta ritenendola non solo totalmente inadeguata, ma anche umiliante nei loro confronti.


“Ci sentiamo offesi ed umiliati da tutto questo perchè non capiamo come sia possibile infatti presentare un piano industriale che prevede poche assunzioni, fatte nell’arco di quattro anni, tutte a tempo determinato e con lo stesso tipo di produzioni fatte in questi anni, che ricadrebbero in un mercato saturo e poco remunerativo che ha fatto chiudere la Scm. Ci aspettavamo ben altro”.

I lavoratori sono giunti, ricordiamo, ormai al nono mese di assemblea permanente all’interno del sito, e sono stati inoltre sempre molto chiari sul fatto che a rilevarlo dovesse essere un gruppo industriale o un imprenditore e non certo soggetti legati al mondo della finanza. Proprio per questo l’obiettivo portato avanti con il sindacato è sempre stato quello di far ripartire lo stabilimento affidandolo ad un imprenditore con voglia di rilanciare l’aziendapresentando un piano di investimenti serio e durevole.

"Roberto Cecere"
“Roberto Cecere”

È intervenuto a commento di quanto sta accadendo anche il segretario provinciale della Femca Cisl Roberto Cecere, presente all’incontro, che ha sottolineato come l’offerta pervenuta “accentui ancor di più la precarizzazione del lavoro, perchè questo nuovo imprenditore entrerebbe nella stessa nicchia di mercato nella quale operava Scm cosa questa che, per i suoi ricavi estremamente bassi, ha portato alla chiusura dello stabilimento. Un segmento produttivo non remunerativo, dove il rischio reale è che a imporre il prezzo sia il cliente a scapito delle buste paga dei lavoratori. Un’offerta che umilia queste persone che, dallo scorso maggio, giorno e notte presidiano il loro posto di lavoro con sacrifici non indifferenti”.

Ultima nota, infine, è un aspetto da molti rilevato e sottolineato. Ovvero l’assenza alla assemblea permanente del sito di quei sindacalisti che invece erano presenti nello studio del curatore fallimentare al momento dell’apertura delle buste. Un mistero sindacale che prima o poi sarà chiarito. All’incontro era presente Luppi, segretario della Confail.