Via anche il presidente. Nell’arco di poche settimane, nuova defezione in casa Mof: ha appena rassegnato le proprie dimissioni il presidente Michele Pasca-Raymondo, di nomina regionale. Seguono a stretto giro di posta quelle del vicepresidente Francesco Polese, risalenti ad inizio gennaio.
Era stata Renata Polverini, nel maggio del 2011, ad affidargli – almeno sulla carta – le redini del Mercato.
“Più di così al Mof non potevamo fare”, spiegò l’allora governatrice del Lazio. “Raymondo ha l’autorevolezza, le competenze, la professionalità e anche quell’umiltà che serve ogni volta che si inizia una nuova esperienza”. Una scelta “di altissimo profilo istituzionale che risponde all’esigenza di un territorio in forte sviluppo che ha al suo interno il mercato ortofrutticolo, la più grande azienda del Lazio”.
Quella che, col passare dei mesi, per un motivo o per un altro, si è palesata come una semplice dichiarazione d’intenti. A quelle latitudini, escludendo la presentazione ufficiale, Pasca-Raymondo non si è praticamente mai visto.
Non certo un fulmine a ciel sereno, quindi, la presentazione delle dimissioni del presidente, pure perché “confermato provvisoriamente per evitare il blocco totale”, recita una nota del Comune di Fondi dell’8 gennaio.
Nella stessa nota, il sindaco Salvatore De Meo era stato abbastanza chiaro: “Con Polese e Pasca-Raymondo più volte ci siamo confrontati per analizzare la situazione presente e futura del Mof ed essi mi hanno purtroppo sempre confermato che allo stato attuale la struttura, pur avendo delle buone potenzialità, non ha prospettive di miglioramento nell’attuazione dei programmi di sviluppo, soprattutto per un quadro economico-finanziario troppo debole in ragione del credito vantato nei confronti della Regione Lazio”.
Tesoretto spuntato – Riecco il famoso credito vantato nei confronti della Pisana, sul quale vale la pena tornare per un momento a soffermarsi.
Il recente lodo arbitrale ha messo fine al contenzioso tra la Imof spa, che si è occupata del restyling del vecchio mercato, e la Regione, che ha concesso l’utilizzo dell’area dietro il dovuto pagamento di un canone: “L’arbitrato ha confermato che la Regione deve pagare effettivamente alla Imof 8milioni 800mila euro ed ha indicato il canone in 340mila euro. Ne consegue, in ogni caso, che vi è una differenza assai consistente a favore della Imof spa”, annunciava pochi giorni fa l’amministratore delegato della Mof spa Enzo Addessi.
Ma a quanto ammonta, in effetti, tale “differenza assai consistente”? A molto meno rispetto a quanto inizialmente si pensava dai piani alti del Mercato.
Prima del lodo, dalla Imof dichiaravano di dover pagare a titolo di canone annuo circa 100mila euro. Canone lievitato dopo l’arbitrato a 340mila euro, come ufficializzato anche da Addessi. Un corrispettivo che – particolare non trascurabile – dovrà però essere calcolato a partire dal 1995. E che sfiora i 6 milioni e mezzo di euro. A cui andrebbero aggiunti anche gli interessi, fino ad arrivare ad almeno 7 milioni d’euro totali.
Ricapitolando: se in passato si era parlato genericamente di oltre 12 milioni di euro, per poi scendere a quasi 9 milioni, a conti fatti si è in sostanza arrivati ad una differenza pari a meno di 2 milioni effettivi. Dunque, salvo nuovi ed a questo punto improbabili riconteggi, un ‘tesoretto’ che pare proprio ridotto all’osso.
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