AAA, Terracina vendesi. La denuncia del Pd sull’alienazione del patrimonio comunale

Ospedale vecchioPur di salvare se stessi si può vendere o svendere tutto il patrimonio del Comune da San Vito a Barchi. Recarsi dal nuovo manager e suggerirgli di vendere l’ex convento San Francesco per fare cassa, manager che per la brevità dei tempi che lo separano dal conferimento del nuovo incarico non ha forse ancora avuto il tempo di avere contezza dell’esistenza di questo complesso, fa riflettere sull’idea di città e sul progetto che della stessa si vuole realizzare.

Il complesso di San Francesco o vecchio ospedale come è meglio conosciuto a Terracina è una struttura polivalente e complessa purtroppo inserita da anni nell’elenco dei beni disponibili stilato dalla Regione Lazio per tentare di rientrare dal debito di circa 10 miliardi di euro imputabile alla cattiva gestione della Sanità e delle diseconomie ad essa correlate.
L’operazione da mettere in essere è distogliere la Regione Lazio, a trazione Zingaretti, dalla volontà-intento di alienare la struttura, la quale è vero deve essere fatta oggetto di intervento immediato per prevenirne l’ulteriore degrado e depauperamento.


Utilizzata in questi anni, sotto gli occhi di tutti cittadini e istituzioni, come una autentica cava da cui estrarre finestre e finestroni a raggera acquistati ad inizio anni 90 ex novo con un finanziamento di 250 milioni di lire, ringhiere e telai di ferro, termosifoni e caloriferi di ghisa, rame degli impianti elettrici, marmi e quant’altro la struttura dal punto di vista strutturale risulta :
· priva di materiali contenente amianto;
· integra per la condizione e lo stato di tetti e terrazze in quanto da poco fatta oggetto di intervento di manutenzione straordinaria;
· connessa e collegata alla rete fognaria della Città.
Questi requisiti strutturali minimi la rendono interessante dal punto di vista statico per poterla fare oggetto di un progetto ambizioso anch’esso in grado di rilanciare la Città intera.

Per la presenza all’interno della cappella di segni tangibili della presenza del passaggio di San Francesco durante il suo viaggio in Terra Santa, l’ex ospedale si trova sicuramente sul tracciato della via Francigena del sud, altro elemento su cui lavorare per individuarne una vocazione futura, individuando in una porzione di esso una struttura ricettiva per l’accoglienza dei pellegrini.
I tre complessi fondamentali in cui si articola la struttura: stabile che ospitava il CSM ex pediatria e ostetricia e ginecologia; locali che accoglievano le chirurgie e i due blocchi operatori; complesso del chiostro e vecchio convento; possono essere fatti oggetto di destinazioni e proposte progettuali diverse se strettamente connesse anche e soprattutto all’intervento di un soggetto privato come una fondazione bancaria, in grado di condividere con il pubblico l’onore onere del suo recupero e attraverso una joint venture pubblico-privato ed il ricorso a fondi regionali di matrice europea.

Una struttura ed un complesso polivalente che possa in una porzione dedicarsi alla accoglienza ed ospitalità dei pellegrini della via Francigena, una sezione vocata a struttura ricettiva ed alberghiera ad eventuale gestione su base concessionale del privato, ed in fine il complesso nobile che ruota intorno al vecchio chiostro come complesso museale multimediale ed interattivo, scuola di formazione per la promozione e lo sviluppo e la promozione della cultura dell’area euro-mediterranea da integrarsi in modo complementare con l’isola di Ventotene e Santo Stefano per farne il luogo fondativo degli Stati Uniti d’Europa.
Non va inoltre dimenticato in questo progetto che l’edificio è annesso ad un importante parco cittadino ed insiste su di una sostruzione romana di rilievo.
Un edificio complesso e polivalente da mettere al servizio dello sviluppo della Città attivando e coinvolgendo le reti d’impresa e gli operatori internazionali.

Noi del PD il mese di aprile ne faremo oggetto di una mostra fotografica all’interno della nostra sezione ed itinerante nella Città per esporre e presentare la nostra idea ed il nostro progetto, partendo dallo stato dell’arte, sapendo che lo stesso può essere ulteriormente integrato da tutti gli stakeholders del territorio.
Uscire dal paradigma dalla messa in vendita del patrimonio per fare del patrimonio il volano di sviluppo della Città, operazione difficile da compiere in questo tempo con gli attuali protagonisti che dominano il governo della Città, ma non impossibile se è in grado di accogliere il contributo di operatori e soggetti economici pubblici e privati.