Verso l’8 marzo, la politica si ricorda della donne. A Latina pari opportunità violate

Si avvicina l’8 marzo e la politica tutta si ricorda della presenza femminile nelle istituzioni e delle problematiche che troppo spesso incontrano le donne nella vita di tutti giorni sfociando in terribili episodi di violenza.

Affrontano questi temi, con accenti diversi, gli ultimi interventi del Pd locale e regionale. Dal primo ambito si leva la voce di Giorgio De Marchis, consigliere comunale di Latina, che rimarca come la presenza femminile nella giunta di Latina sia davero ridotta all’osso con una sola donna su un totale di nove assessori. “La conclusione del lungo rimpasto della giunta di Latina ci restituisce una sola certezza: la violazione del principio delle pari opportunità con la presenza di una sola donna in giunta”. A denunciare il mancato rispetto del principio di parità di genere nella composizione della giunta è il consigliere del Partito democratico Giorgio De Marchis che con i colleghi di partito Omar Sarubbo, Fabrizio Porcari e Fabrizio Mattioli ha preparato e presentato una mozione da discutere in consiglio comunale, mozione con cui i democratici chiedono il ripristino della legalità violata sottolineando come il sindaco di Latina e la maggioranza consiliare, nel riconsiderare gli incarichi di giunta, non abbiano tenuto conto delle importanti novità nel settore delle pari opportunità e della rappresentanza di genere introdotte con la legge 215 del 2012 e successivamente con le sentenze del Tar, in particolare la n. 633 del 2013 emessa dal Tar del Lazio.


Giorgio De Marchis
Giorgio De Marchis

“La legge 215/2012 – spiega De Marchis – si pone l’obiettivo di dare concreta applicazione all’art. 51 della carta costituzionale che impegna la Repubblica a favorire le pari opportunità tra uomini e donne nell’accesso alle cariche elettive e agli uffici pubblici. A conferma e consolidamento di quest’idea e del nuovo concetto di democrazia paritaria la sentenza 633 del Tar Lazio, che ha annullato la composizione della giunta di Civitavecchia in cui compariva una sola donna tra i componenti, si pone l’obiettivo di offrire un’interpretazione estensiva del principio di pari opportunità recependo nel nostro ordinamento anche le indicazioni provenienti dalla giurisprudenza europea. I giudici del Tar del Lazio – aggiunge De Marchis entrando nel merito – hanno ribadito che le pari opportunità non sono garantite dalla mera presenza di una sola donna in giunta. Hanno stabilito invece che l’ipotetica soglia di riferimento a garanzia del principio potrebbe essere quella del 40%”.

“Alla luce di quest’importante processo – afferma il consigliere del Pd – è stata presentata una mozione con cui si chiede di avviare una revisione dello Statuto Comunale mediante la modifica dell’art. 30 prevedendo che la metà degli assessori debba essere di genere femminile e sollecitando il sindaco a nominare nel frattempo almeno altri tre componenti donna in sostituzione di altrettanti uomini al fine di ristabilire la legittimità nella composizione della giunta, così come previsto dalle disposizioni normative vigenti e dalla giurisprudenza. Nella stessa mozione – conclude De Marchis – si specifica che qualora il sindaco non adempisse in tempi brevi al riequilibrio richiesto si procederà ricorrendo alle vie legali”.
Sempre dal versante Pd arriva un commento sull’avvenuta approvazione della legge regionale 33 sulla violenza di genere, che oggi dota il Lazio di uno strumento nuovo e aggiornato per combattere alla radice l’emergenza sociale della violenza contro le donne e promuovere la cultura del rispetto e della libertà delle donne.
“Quello concluso la scorsa notte in Consiglio regionale – spiega la consigliera regionale del gruppo Per il Lazio Rosa Giancola, firmataria della proposta – è stato un percorso lungo e faticoso, che ha trovato anche momenti di aspro scontro con l’opposizione. La maggioranza ha però dimostrato grande senso di responsabilità mantenendo saldi i principi e gli obiettivi di questa legge e recependo quanto ci chiede la Convenzione di Istanbul. Ci tengo a puntualizzare che questa non è una legge ideologica né di propaganda, ma uno strumento legislativo fondamentale che, cambiando radicalmente l’approccio al fenomeno, costruisce finalmente nel Lazio una cultura di genere, più vicina alle donne, alle famiglie, ai centri antiviolenza che quotidianamente operano in prima linea sui nostri territori”.

La legge 33, approvata con 28 voti favorevoli, sei contrari e un astenuto, amplia i servizi e gli interventi in tema di prevenzione e contrasto alla violenza contro le donne; istituisce una cabina di regia con compiti di coordinamento e un osservatorio regionale che si occuperà del monitoraggio e dell’analisi dei dati raccolti; crea un fondo speciale destinato alle misure di contrasto e agli interventi di prevenzione; consentirà alla Regione di individuare immobili da dare in comodato d’uso ai centri antiviolenza, alle case rifugio e alle case di semi autonomia.