Dai riconoscimenti a Fondi all’Oscar, la parabola di Sorrentino

*L'allora sconosciuto Sorrentino, a Fondi dopo il 'Dolly d'oro'*
*L’allora sconosciuto Sorrentino, a Fondi dopo il ‘Dolly d’oro’*

Luglio 2002, Fondi, piazza delle Benedettine: un misconosciuto Paolo Sorrentino, ospite della prima edizione del ‘FondiFilmFestival’, riceve gli applausi della folta platea che aveva appena assisto alla proiezione del suo primo lungometraggio, ‘L’uomo in più’.

Marzo 2014, Los Angeles, Dolby Teathre: nel frattempo divenuto tra i maggiori registi italiani, autore di vere perle come ‘Il divo’, Sorrentino riceve l’Oscar al miglior film straniero per ‘La grande bellezza’. Nei giorni precedenti, quattro European Film Awards ed il Golden Globe.


Una consacrazione che non poteva lasciare indifferente chi, nelle potenzialità del regista e sceneggiatore partenopeo, ci ha creduto sin dall’inizio, quando era ancora lontano da certi riflettori. Come i componenti dell’associazione ‘Giuseppe De Santis’ di Fondi, che del talento dell’allora trentunenne Sorrentino si accorsero ben prima dell’ambita statuetta negli States.

Era il 23 novembre del 2001 e, nel corso della 19esima edizione del Torino Film Festival, venne premiato con il ‘Dolly d’oro’, attribuito dall’associazione intitolata al grande regista fondano al miglior emergente dell’anno.

*La consacrazione dell'Oscar*
*La consacrazione dell’Oscar*

Tra i primissimi riconoscimenti della carriera, per Sorrentino, che nell’occasione raccolse i pieni favori del comitato scientifico della ‘De Santis’: ‘L’uomo in più’, si stagliò sulle altre decine di lungometraggi pazientemente esaminati in vista dell’assegnazione del ‘Dolly’.

Quasi consequenziale, pochi mesi dopo, la sua successiva venuta a Fondi nella suggestiva piazza delle Benedettine. Una serata durante la quale, accompagnato dagli attori Andrea Renzi e Roberto De Francesco, oltre che dalla costumista Ortensia De Francesco, espresse sincera gratitudine per il premio intitolato all’autore di ‘Riso amaro’ e ‘Giorni d’amore’, egli stesso a suo tempo candidato all’Oscar al miglior film straniero per ‘La strada lunga un anno’. Quasi un segno, se vogliamo.

D’obbligo, a questo punto, i sentiti complimenti dei componenti del sodalizio fondano, fino a pochi mesi fa presieduto dal compianto Carlo Lizzani: “L’associazione Giuseppe De Santis – dicono il segretario Marco Grossi ed il consigliere delegato Virginio Palazzo – è orgogliosa per il meritatissimo trionfo internazionale di Sorrentino, cineasta di talento che con coraggio e ambizione ha saputo affermare una propria idea di cinema non prescindendo dalla lezione dei maestri del passato. A lui, all’amico Toni Servillo e a Francesca Cima e Nicola Giuliano della Indigo Film vanno le nostre congratulazioni per questo ennesimo successo che prelude ad un futuro ancora ricco di soddisfazioni”.