Lo stabile comunale ed il marito dell’assessore: carabinieri al Municipio di Lenola

*Il Comune di Lenola*
*Il Comune di Lenola*

“E’ vero o non è vero che qualcuno collegato all’amministrazione si stava annettendo una parte della struttura comunale situata di fronte al Municipio? E’ vero o non è vero che la Giunta ha fatto finta di niente ed ora vorrebbe vendergliela quella parte nel tentativo di ‘mettere a posto le carte’?”.

Due quesiti posti in una nota del ‘Movimento civico’, che aprono uno squarcio su un’intricata faccenda che sarebbe iniziata la scorsa estate. E che adesso pare pronta ad esplodere: dopo un esposto, di recente il Comune di Lenola pare sia stato visitato dai carabinieri, giunti per l’acquisizione di alcuna documentazione agli atti.


Dall’opposizione non lo dicono, ma tutto ruota attorno una porzione di uno stabile di proprietà comunale situato proprio di fronte al Municipio, in fase di ristrutturazione con fondi regionali e nelle intenzioni dell’allora Giunta De Filippis destinato ad alloggio popolare.

Di fianco tale stabile, c’è la casa che l’assessore alla Pubblica istruzione e al Personale Paola Izzi condivide col marito. Un’abitazione che a quanto pare, negli ultimi mesi, si era in qualche maniera allargata: tramite una tamponatura ed il posizionamento di una porta, ad un certo punto sarebbe arrivata a comprendere qualche metro quadrato dell’adiacente stabile di proprietà del Comune. Una manciata di metri di seguito al centro di una paventata compravendita: l’amministrazione, sembra, sarebbe stata intenzionata a vendere quel ‘fazzoletto’ a chi l’aveva poco prima occupato.

A rendere pubblico il caso, seppur in alcuni punti molto velatamente, e non facendo alcun nome, una nota dei componenti del ‘Movimento civico’, i quali parlano di fatti che, nel caso fossero accertati, “sarebbero di una gravità estrema”. Ed invitano l’opposizione, nelle cui prerogative “rientra a pieno titolo la funzione ispettiva”, a “visionare e richiedere tutti gli atti che possano servire a chiarire queste faccende”.

In merito alla vicenda, non si è fatta attendere la replica dell’assessore Paola Izzi, che tende a fare chiarezza in merito a quelle che bolla come “sterili ed infondate polemiche politiche”. 

“Quanto scritto nell’esposto da cui è nato tutto era una bufala basata su inesattezze. L’unica nostra colpa pare essere diventata quella di abitare di fianco questo stabile del Comune”, ha detto. “Non c’è nulla di vero, né io né tantomeno mia marito abbiamo fatto alcun intervento. E dunque nessun abuso, né occupazione. Semplicemente, nello stabile comunale c’era un vecchio tramezzo con annessa porta a protezione dell’apertura di una scala, opera presumiamo fatta dallo stesso Ente o dal precedente proprietario della struttura, non certo da noi. E per fortuna che c’era: non vi fosse stata, dato che le due proprietà confinano, ci saremmo trovati la gente dentro casa, letteralmente. La presenza del tramezzo è stata accertata circa un mese fa dagli stessi carabinieri di Gaeta, nel corso di un sopralluogo. Sopralluogo in seguito al quale la ditta incaricata dal Comune ha abbattuto l’opera ed eseguito altri lavori atti a delimitare le due proprietà, liberando nell’occasione l’accesso ad un piccolo locale dello stabile comunale, una sorta di sgabuzzino che, con il tramezzo, era di fatto ostruito. Ma, ribadiamo, non c’è stato alcun tentativo di occupazione. Anzi, addirittura ben prima del sopralluogo delle forze dell’ordine, e dunque in tempi non sospetti, avevamo avanzato agli uffici comunali una richiesta d’acquisto della porzione ‘incriminata’ dell’adiacente stabile, tutto regolarmente protocollato. Un acquisto che però, alla luce dei nuovi lavori appena ultimati dal Comune, non abbiamo più volontà di fare, considerando che significherebbe sostenere una spesa economica non indifferente per delimitare nuovamente i confini delle proprietà. Comunque sia, non è mai esistito nessun caso, se non montato ad arte”.