Ci sarebbe il potente clan camorristico dei Marfella, potente influente nei quartieri napoletani di Pianura e di Secondigliano, sullo sfondo dei quattro arresti eseguiti l’altro ieri sera dal commissariato di Polizia di Formia che hanno sequestrato tredici chili di hashish divisi in 130 panetti da 100 grammi ciascuno, per un valore sul mercato di quasi 200mila euro e, soprattutto, 42mila euro in contanti e un orologio di una nota marca.
Ne sono convinti gli agenti del Vice-questore Paolo Di Francia che – come si ricorderà – hanno bloccato ed arrestato i corrieri giunti a Scauri con l’ingente quantitativo di droga a bordo di due auto, una Punto e una Suzuki Swit, quest’ultima con un compito di staffetta, Antonio Capuozzo, di 31 anni, Gennaro Tranchino, di 29 anni e Salvatore Positano, di 43 anni, e soprattutto l’acquirente dei 13 chili di hashish, un pizzaiolo incensurato di Minturno, Ugo Emilio Di Nardo, di 25 anni.
Le indagini sono finalizzate a individuare il canale di approvvigionamento dell’insospettabile pizzaiolo minturnese – la cui convivente di 22 anni è stata denunciata a piede libero per favoreggiamento – la Polizia è interessata a capire chi affiancasse il giovane nella successiva attività di spaccio e la provenienza di tutto quel danaro in contante, quasi 42mila euro, e soprattutto, accertare la provenienza della droga
Intanto questa mattina Di Nardo è comparso per l’interrogatorio di convalida davanti il Gip del Tribunale di Cassino Valerio Lanna. Difeso dall’avvocato Pasquale Cardillo si è avvalso della facoltà di non rispondere rimanendo muto insieme ad altri due dei tre corrieri mentre ha risposto alle domande del Gip il solo conducente della Punto che svolgeva la mansione di staffetta. Il Gip ha convalidato l’arresto e si è riservata la decisione se concedere ai quattro arresti i domiciliari.
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