Europee, Fazzone e Cusani si giocano tutto. Ma a Latina non toccheranno palla

cusani armandoUna coppia sino ad oggi legatissima, quasi simbiotica. Cusani e Fazzone, tante affinità li rendono inseparabili: una passione smodata  per la gestione del potere, l’attaccamento per il territorio di provenienza divenuto il trampolino di lancio per esperienza politiche più vaste. Le amicizie giuste negli apparati ( non solo politici)  più reconditi e importanti dello Stato. Il poliziotto di Fondi e l’ex  ufficiale di carabinieri di Sperlonga: due figure che hanno segnato gli ultimi venti anni della politica pontina sono oggi più che mai legati in un unico destino. Per loro la vittoria è sacra come il nemico: da annientare piano piano, dopo averlo accerchiato e studiato.

Ma oggi gli accerchiati sono loro.


*Claudio Fazzone*
*Claudio Fazzone*

Fazzone, da coordinatore regionale di Forza Italia, si sta battendo molto per portare voti  a Cusani: è conscio che la provincia di Latina non basta più per la riuscita del ‘suo’ candidato e che le cose sono cambiate rispetto ai tempi d’oro. I big azzurri  in terra pontina si stanno disimpegnando sia verso il partito, sia nei confronti di Cusani: molti sono passati al nuovo centrodestra o con Fratelli d’Italia, attratti dalla possibilità di far contare il proprio pacchetto di voti ed anche da una maggiore dialettica interna ( contrariamente alla monarchia fazzoniana che non ha mai accettato il confronto, ma a tutti stava bene così). I consiglieri provinciali che naturalmente avrebbero portato voti a Cusani non hanno alcun interesse a mobilitarsi vista la morte decretata dell’amministrazione provinciale: nessuna elezione all’orizzonte, nemmeno posti in piedi, niente interessi da tutelare o pratiche da agevolare. Tutto è finito, ingloriosamente.

Questo per dire che la battaglia verso l’Europa non avrà un esito scontato: oggi Cusani e Fazzone sono al culmine, possono cadere in basso senza rialzarsi, oppure faticosamente tenersi in piedi contro chi oggi gli sfilerà voto a voto. Addio ai Tiero, ai Di Matteo, ai calandrini: migliaia di voti in soli tre cognomi. Chi al Ncd, chi a Fratelli D’Italia, almeno nel capoluogo Fazzone e Cusani non toccheranno palla. Per l’ex presidente della provincia è stato a malapena istituito un comitato elettorale. E allora via a rinsaldare amicizie nel sud pontino, qualche fuga in Ciociaria. Per il resto del Lazio ci si affida a quanto avrà saputo fare Claudio Fazzone.

Senza la conquista di Bruxelles si chiude un ventennio per entrambi.