Il Mof di Fondi tra rilancio e ‘mistificazioni’. L’analisi del Pd Fiore

*Il Gigante boccheggia*
*Il Gigante che boccheggia*

L’auspicato nuovo corso del Mof di Fondi? Passa per l’addio dello storico, e discusso, amministratore delegato Enzo Addessi. Un dietrofront imprescindibile, il suo, per il rilancio del Gigante verde in crisi nera. Questo, in sostanza, il pensiero del consigliere del Partito democratico Bruno Fiore. Che, per corroborare tale conclusione, parte dalla seduta dell’assise comunale in programma nella serata di lunedì, a partire dalle 20.

CAPITALE A PICCO – Tra i punti all’ordine del giorno, ne spicca uno in particolare: ‘Società partecipata Imof spa – Operazione straordinaria di gestione ex art. 2446 c.c.’. Uno dei passi propedeutici alla fusione Mof-Imof, resasi impellente causa bilanci in rosso.


“Cominciamo col dire – sottolinea Fiore – che la delibera proposta dalla maggioranza di centrodestra non è un fatto esclusivamente tecnico: il riconoscimento della perdita di oltre un terzo del capitale sociale della Imof spa e la necessità di coperture delle perdite pregresse e di quelle verificatesi nell’esercizio 2013 e di ricostituzione del capitale sociale della società partecipata. Operazione che si collega direttamente alla soluzione da dare alla ricapitalizzazione dell’altra società partecipata, quella di gestione del mercato ortofrutticolo, la Mof spa, nella quale la Imof spa sarà incorporata. Perché se il tutto si riducesse ad una “semplice”, che semplice non è nei fatti, operazione societaria straordinaria, si rischierebbe di non cogliere il dato politico di tutta l’operazione”.

IL LODO ARBITRALE – “Partiamo dal fatto che il nodo dei rapporti creditori e debitori tra la Imof spa e la Regione è stato sciolto attraverso l’accettazione delle risultanze del lodo arbitrale pronunciato dall’Arbitro unico dottor Alberto de Roberto. E qui bisogna rilevare che quanto stabilito dal lodo arbitrale ha chiarito in modo netto le responsabilità che hanno portato alla situazione di indebitamento della società Imof spa e di riflesso della società Mof spa”.

*Regione Lazio*
*Il palazzo della Regione*

Ed ecco alcuni degli indicativi passaggi finali della sopracitata relazione.

Assolutamente ineccepibilein questo quadro normativo, il comportamento della Regione che ha fino ad oggi condizionato l’adempimento degli obblighi di restituzione ad Imof delle ristrutturazioni e migliorie all’accertamento del quantum del canone concessorio dovuto da Imof alla Regione.”

Anche la pretesa di Imof rivolta a conseguire il ristoro del danno per gli oneri sopportati per ottenere dalle Banche – in mancanza della corresponsione, da parte della Regione di quanto dovuto per migliorie e ristrutturazioni – le risorse occorrenti per far fronte ai propri obblighi concernenti migliorie e ristrutturazioni – non può ottenere favorevole definizione”.

“Come si è rilevato (…) l’obbligo per la Regione di procedere al pagamento delle somme anticipate da Imof per ristrutturazioni e migliorie (…) diviene esigibile solo a partire dal momento in cui risulti definita la misura del canone concessorio (circostanza quest’ultima che si è avverata soltanto con la pronuncia del presente lodo)”.

“Né risulta, in alcun modo, affermato che la mancata definizione, da parte dell’Ute (Ufficio tecnico erariale, ndr) di Latina del canone di concessione sia da ascrivere a comportamenti commissivi o omissivi della Regione nei riguardi della quale è avanzata la domanda risarcitoria”.

Insomma, da tali stralci si evince che no, la colpa del ‘blocco’ del Mof non era addebitabile alla Pisana, come era stato a lungo ventilato.

*L'ad Enzo Addessi*
*L’ad Enzo Addessi*

VERITA’ COL ‘TRUCCO – Visto l’esito del lodo e le correlate sottolineature del dottor de Roberto, Bruno Fiore si scaglia contro l’ad Addessi, che in questi mesi “con l’avvento della Giunta regionale guidata da Nicola Zingaretti si è stracciato le vesti per denunciare presunti inadempimenti della Regione per non aver corrisposto quanto dovuto dalla stessa per ‘migliorie e ristrutturazioni del Mercato’, cosa che avrebbe portato alla situazione prefallimentare delle due società”.

Palesi, evidenzia il consigliere d’opposizione, le colpe di Addessi: “Ci dovrebbe spiegare se riconosce le proprie dirette responsabilità di amministratore delegato delle due società e che, quando tentava di scaricare sulla Regione le responsabilità della insostenibile situazione finanziaria della Mof spa che comportava l’impossibilità di pagare i fornitori costringendo, ad esempio, i lavoratori della cooperativa addetta alle pulizie a lavorare per sei mesi senza ricevere lo stipendio, stava giocando una partita sporca perché truccava le carte. Questo lo diciamo per ristabilire un minimo di verità sui fatti accaduti che hanno portato ad una pesante crisi finanziaria”.

*Il dimissionario Michele Pasca-Raymondo*
*Il dimissionario Michele Pasca Raymondo*

MONDI IDEALI – “La conseguenza naturale, in un paese normale, del riconoscimento di queste responsabilità, sarebbero le dimissioni irrevocabili da amministratore delegato delle due società da parte di Addessi, il giorno dopo la definizione di tutte le pendenze esistenti tra Imof/Mof e Regione. La conseguenza naturale, in un paese normale, sarebbe conoscere le motivazioni che hanno portato il presidente della Mof spa Pasca Raymondo a rassegnare le proprie dimissioni. La conseguenza naturale, in un paese normale, sarebbe che il sindaco del chiarisse perché il vice-presidente della Mof spa Polese, nominato dal Comune, ha rassegnato le proprie dimissioni. La conseguenza naturale, in un paese normale, sarebbe che la Regione, prima di accettare di portare nelle casse della Mof spa oltre venti milioni di euro tra compensazione di crediti e debiti e apporti di denaro pubblico, per ricapitalizzare questa società, chiedesse una riformulazione dello statuto della Mof spa, dando un senso a questa operazione nell’interesse degli operatori e della collettività di tutto il comprensorio. Tutto ciò ci appare indispensabile per consentire al Mof di ritrovare la sua funzione di motore per la crescita della nostra economia”.

RILANCIO, STASI… ED IMBALLAGGI – Per ripartire, al di là del lato puramente economico-burocratico, l’esponente del Pd ritiene tappa obbligata un passo indietro di Addessi.

*Bruno Fiore*
*Bruno Fiore*

“Non basta che nel documento predisposto dalla Mof spa titolato ‘Tavolo di lavoro tecnico Mof – Regione Lazio’ si torni a parlare di ‘Interventi di sostegno allo sviluppo mediante l’organizzazione di un sistema di rete di imprese e l’internazionalizzazione’ e di ‘Attuazione di un piano di mantenimento delle infrastrutture del mercato e della stabilità economico-finanziaria aziendale’. Perché chi propone questi piani di rilancio ha avuto ventisette anni per dimostrare di essere capace di fare tutto questo e non è riuscito a farlo. Era, infatti, il lontano 1987 quando nascevano le due società Imof e Mof, che avevano come scopo rispettivamente la ristrutturazione e la gestione del nuovo mercato ortofrutticolo, guidate entrambe da Addessi e da un manipolo di operatori a lui fedeli. Il Mof necessita di una guida manageriale nuova e capace di dare corpo e valenza ad una struttura che deve ritrovare la sua capacità di fare economia e sviluppo nel nostro territorio. Saranno queste ed altre ancora le argomentazioni che porteremo in Consiglio comunale, per aprire un dibattito fermo e sereno, al quale vorremmo che partecipassero tutti gli operatori del Mof, assistendo ai lavori dell’assise, e a tal fine lanciamo loro un invito ad essere presenti”.

Fiore chiude con un’espressiva metafora d’ispirazione commerciale: “Le responsabilità personali non possono essere considerate come gli ‘imballaggi a perdere’ ma esse sono ‘imballaggi a rendere’ e, a fine anno, se non si sono restituiti vanno fatturati, e qualcuno ne deve sostenere il costo”.

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