Violenza sessuale di gruppo, sentiti in carcere i tre arrestati negano ogni addebito

*La casa circondariale di Latina*
*La casa circondariale di Latina*

Hanno negato ogni accusa i tre tunisini arrestati per violenza sessuale di gruppo nei confronti di una 42enne di Latina. Questa mattina, presso il carcere di via Aspromonte,  dove sono rinchiusi, si è svolto l’interrogatorio davanti al giudice per le indagini preliminari Nicola Iansiti. I due cugini Lassad Aouichaoui e Faouzi Aouichaoui, e Khardani Mansour, tutti difesi dall’avvocato Alessandro Farau, hanno fornito un resoconto rispondente tra loro, come ha evidenziato anche il gip. La mancanza di contraddizioni non è stata sufficiente però per evitare la convalida dell’arresto e la misura cautelare in carcere, come ha deciso il giudice dopo averli sentiti per più di tre ore. L’interrogatorio è infatti iniziato puntuale alle 9.30 e si è concluso solo verso l’una.  Rilevanti infatti gli elementi  a loro carico raccolti dagli agenti della Squadra Mobile di Latina, che avevano seguito le indagini.

I tre uomini hanno dichiarato, contraddicendo quanto raccontato dalla vittima, che sarebbero arrivati al casolare dell’Acciarella, dove è avvenuto lo stupro,  soltanto il 15 e non il 13 maggio, dopo che un cittadino italiano avrebbe loro affittato un posto letto. Si sono anche detti disponibili a sottoporsi all’analisi del dna, anche se, pare, nessun campione sarebbe stato raccolto in sede di denuncia.


Emergono quindi nuovi particolari della vicenda, ma molte ombre restano.  La 42enne, anche lei in cerca di un riparo per la notte, sarebbe stata accompagnata al casolare da un altro straniero, che però ha fatto perdere le sue tracce. Gli inquirenti lo stanno ancora cercando, per capire quali possano essere eventualmente le sue responsabilità o quanto meno per raccogliere ulteriori elementi. Potrebbe essere lui la quarta persona che secondo la vittima l’avrebbe, insieme a quelle arrestate, prima costretta a bere molto e poi, quando ormai era in uno stato di semi incoscienza, avrebbe abusato di lei, non evitando nemmeno di colpirla più volte per bloccare definitivamente ogni sua resistenza. Una violenza che sarebbe andata avanti fino al giorno seguente, sempre secondo il racconto della malcapitata che finalmente, il 15 maggio, era stata soccorsa dagli operatori sanitari del 118 sopraggiunti con una autoambulanza.

Dopo la denuncia alla donna erano state mostrate diverse fotografie e tra queste aveva riconosciuto tre dei suoi presunti aggressori. Rilasciato invece il quarto uomo che era stato fermato dagli agenti della Squadra Mobile di Latina, un cugino di Khardani Mansour, che la 42enne non ha collegato all’incubo vissuto solo qualche ora prima.

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