Da Foce Sisto, al confine tra Terracina e il Circeo, si sono spostati direttamente in via Cristoforo Colombo, sotto il palazzo della Regione Lazio.
Sono gli operatori del fiume Sisto dell’associazione ‘Assoninfa’ riuniti in un presidio permanente per protestare, tra le altre cose, contro la revoca delle concessione che risale a diverso tempo fa: da ieri sera alcuni di loro hanno cominciato lo sciopero della fame e della sete.
Molto ‘colorita’ la protesta in corso: gli operatori hanno attaccato striscioni con critiche veementi soprattutto nei confronti dell’Ardis, l’Agenzia regionale che si occupa del rilascio delle concessioni da parte della Regione Lazio. Il portavoce dell’Assoninfa Amedeo Di Pietra ha addirittura inscenato la propria dipartita stendendosi in una bara e scrivendo su uno dei cartelli “Meglio essere suicida che assassino”.
Rovente oramai da anni la situazione lungo le sponde del Sisto, dove si sono avvicendate indagini, sopralluoghi e controlli di tutte le forze dell’ordine. Adesso è ancora in corso l’ultima, perlomeno in ordine di tempo, ad opera del Nipaf su disposizione della Procura.
Foce Sisto finì sulle prime pagine delle cronache locali nel maggio del 2004 quando i carabinieri di Terracina posero i sigilli a parecchia roba allestita lungo le sponde del canale dagli operatori accusati a vario titolo di essere abusivi.
Dopo l’operazione ‘Remi in barca’, che portò a una ventina di rinvii a giudizio, venne fatta chiarezza stabilendo che è la Regione l’ente preposto al rilascio delle concessioni e la situazione iniziò a sbloccarsi; dagli inizi del 2006 la Procura di Latina cominciò a emanare i vari decreti di dissequestro e l’Ardis iniziò a consegnare gli specchi acquei e le aree a terra oggetto della concessione. Non più irregolari, dunque, e pronti a far ripartire un comparto economico-turistico che aveva rischiato il più totale fallimento.
Evidentemente, però, le acque del Sisto non si sono ancora del tutto calmate.
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