Questione Sisto, l’ ‘Assoninfa’ continua il presidio a Roma. Intervengono anche quelli del ‘Porto del Sisto’

Presidio Assoninfa
Presidio Assoninfa

Non si spengono gli echi della protesta lungo le sponde del fiume Sisto, tra Terracina e San Felice. Adesso arrivano da un doppio fronte: dagli operatori dell’ ‘Assoninfa’ rimasti senza concessioni per poter lavorare, e ancora in presidio fuori la sede della Regione Lazio, e dai restanti sette riuniti nel consorzio ‘Porto del Sisto’ e altre tre ditte associate da esterni che non ci stanno a passare per quelli ai quali il rinnovo delle concessioni è stato “frutto di corruttela”.

E’ tutto scritto nero su bianco in una lettera a firma del presidente del consorzio, Antonella Magnani, che riporta, rigo per rigo, il lungo, articolato e laborioso iter condotto all’indomani dell’operazione dei carabinieri ‘Remi in barca’ datata 2004, quando tutti, nessuno escluso, si ritrovarono a essere ufficialmente ‘abusivi’ con i pontili e molta altra roba sequestrata, nell’impossibilità di continuare a lavorare. Soltanto dopo parecchi mesi la Regione Lazio rilasciò le concessioni demaniali che quelli del ‘Porto del Sisto’ detengono a tutt’oggi.


“Le procedure che hanno portato agli assentimenti in favore dei consorziati sono tutt’altro che frutto di corruttela o quanto di criminosi ravvisabile-si legge nella lunga nota- non fosse che per il numero degli Enti preposti al rilascio dei nulla osta e titoli abilitativi”.

“Prendiamo atto del disagio che vivono alcuni operatori, e la qual cosa non può che dispiacere- scrive la Magnani riferendosi alla protesta in corso da parte dell’ ‘Assoninfa’-ma certamente le singole posizioni amministrative andavano e vanno vagliate dai competenti Enti.

Certamente a tal fine il mero strepito decisamente non giova”.

Intanto da via Cristoforo Colombo, a Roma, Amedeo Di Pietra continua lo sciopero della fame e della sete, nonostante la raccomandazione del suo medico di finirla con questa forma estrema di protesta.

Amedeo Di Pietra
Amedeo Di Pietra

I manifestanti hanno ricevuto la visita del consigliere regionale del M5S Davide Barillari rimasto evidentemente ‘colpito’ dal presidio tanto da scrivere questo commento sulla sua pagina Facebook lo scorso 6 giugno: “Ho appena finito di parlare con un tizio sdraiato in una bara sotto la Regione Lazio, sicuramente la situazione più surreale della giornata. A parte il sorriso, la questione era molto seria. Nessuno della Regione Lazio ha avuto il coraggio di scendere dagli 11 piani di uffici per andare a capire i motivi di questa protesta…perché è una brutta storia di favoritismi nelle concessioni ‘date’ dall’ Ardis di De Filippis e Fegatelli, arrestati poco tempo fa. Chi sta ancora coprendo tutta la vicenda fra gli uffici regionali? Lo scopriremo presto…”.

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