Porta a porta a Terracina, per il Circolo Sel obiettivo ancora lontano

differenziataManca ormai poco alla scadenza annuale dalla firma del contratto che il Comune di Terracina ha stipulato con la Servizi Industriali per la diffusione del servizio di raccolta differenziata porta a porta su tutto il territorio comunale. Purtroppo, a tutt’oggi, ci sono ancora molte zone della città dove continua a persistere la raccolta stradale con i cassonetti ed è logico affermare che siamo ancora lontani dal raggiungere un sistema di raccolta dei rifiuti organizzato ed efficiente.

Eppure il contratto prevedeva che entro sei mesi dalla stipula, la differenziata doveva essere avviata su tutto il territorio comunale e che entro un anno doveva raggiungere almeno il 45 per cento. In mancanza di questi risultati sarebbero scattate le sanzioni per la ditta appaltatrice.


Dalle segrete stanze del Comune non trapelano dati. Siamo fermi a quel 19 per cento di differenziata di aprile.

Per un monitoraggio più chiaro forse conviene rifarci a ciò che vediamo lungo le strade.

In molte zone della città iniziamo a riscoprire lo spettacolo indecente di cumuli di immondizia accanto ai cassonetti stracolmi, soprattutto lungo via Badino, viale Europa e viale Circe.

Con la stagione estiva ormai avviata e il conseguente aumento delle presenze in città abbiamo il timore che la diffusione capillare della raccolta porta a porta fino a completamento diventi sempre più complicata se non impossibile.

È del tutto evidente che il sistema sta pagando i ritardi e le inefficienze di una gestione non all’altezza della situazione.

Paradossalmente, ci troviamo di fronte un’Amministrazione e un gestore del servizio che non sono stati in grado, fino ad ora, di valorizzare lo spirito di collaborazione e il senso di responsabilità dimostrato dai cittadini sin dall’inizio con le lunghe interminabili code, anche sotto la pioggia, per ricevere i contenitori per i diversi rifiuti da differenziare.

Eppure, il costo sproporzionalmente elevato che i cittadini stanno pagando, avrebbe quantomeno giustificato un altissimo grado di efficienza ben oltre l’immaginabile nella organizzazione e nell’espletamento del servizio. Che però assolutamente non vediamo.

Tra ritardi ed inefficienze, l’Amministrazione Comunale ci rassicura che sta andando tutto per il meglio e con il nuovo piano economico e finanziario ci viene a raccontare che i costi per il Comune e per i cittadini diminuiranno addirittura di un milione di euro per lo sconto concesso dalla ditta appaltatrice.

Noi abbiamo detto sin dall’inizio che, rispetto alla qualità del servizio previsto nell’appalto, il servizio doveva costare almeno due milioni in meno l’anno. Quindi quello sconto è del tutto insufficiente perché la ditta il suo tornaconto lo sta già avendo con gli 850 mila euro incassati con la differenziata. In soldoni significa che la Servizi Industriali prende all’incirca gli stessi quattrini. Altro che sconto. Altro che contenimento dei costi.

I margini per una diminuzione delle tariffe a carico dei cittadini sono ancora molto ampi.

Per esempio, si continua a far finta di nulla sulle spese che per legge spettano direttamente al Comune, come quelle relative alla raccolta nelle scuole e negli uffici comunali. Dalla documentazione in nostro possesso risulta che il Comune non paga assolutamente nulla di quanto gli spetti e scarica tutto sulle bollette dei cittadini.

Ancora sulla organizzazione del servizio, dobbiamo far notare che i ritardi riguardano non solo la diffusione della raccolta differenziata su tutto il territorio comunale, ma anche la costruzione delle isole ecologiche, funzionali ed indispensabili al raggiungimento di un sistema pienamente efficiente. Vedasi quella di Borgo Hermada.

Ritardi e disagi che comporteranno conseguenze negative inevitabili.

Per esempio, se la differenziata non decolla dovrà essere accantonata qualsiasi ambizione circa la possibilità di ottenere la tanto agognata bandiera blu.

Infine, non si registrano iniziative tese a diffondere una maggiore sensibilità per il non rifiuto. La cosiddetta strategia Rifiuti Zero, la vera sfida del futuro, l’unica che può evitare alle generazioni che verranno di essere costrette a vivere circondate da montagne di rifiuti.

È già realtà in molte comunità nel mondo, e lunga è la lista dei comuni italiani che hanno iniziato questo percorso che ha l’ambizioso obiettivo di riuscire a non produrre più rifiuti da portare in discarica entro il 2020.

Rifiuti Zero vuol dire riuso, riciclaggio, riparazione, compostaggio, recupero e soprattutto riprogettazione industriale degli oggetti non riciclabili.

E’ il sistema che potrà dare piena realizzazione alla cosiddetta tariffazione puntuale, ossia pagare solo per quella parte residuale di materiale che non è possibile riciclare.

L’obiettivo ultimo è azzerare la frazione residuale per ridurre al minimo la tassa.

La raccolta porta a porta e la differenziata oltre il 70% sono solo alcuni dei requisiti per arrivare al Rifiuto Zero.

A Terracina, purtroppo, siamo ancora molto lontani. Siamo ancora al punto zero.

Il Coordinatore del Circolo di Sinistra Ecologia e Libertà di Terracina Giuseppe De Santis