Il rapporto secolare tra il lupo e i Monti Aurunci

*Canis Lupus (foto di Marcello De Meo)*
*Canis Lupus (foto di Marcello De Meo)*

Riceviamo dal gruppo WolfAurunci – convivere è possibile – e volentieri rilanciamo “Come ribadito in più occasioni dallo stesso Parco Naturale dei Monti Aurunci, il ritorno del lupo sui monti Aurunci è un episodio del tutto spontaneo ed estraneo all’intervento dell’uomo.

Il lupo è un camminatore provetto; basti pensare che lupi appenninici radiocollarati in centro – Italia sono stati intercettati in Francia e Germania. Pertanto è facile capire che per un maratoneta del genere i monti Aurunci sono praticamente dietro l’angolo.


Gli Aurunci infatti appartengono al medesimo ecosistema centro appenninico dove il lupo è stato sempre stabilmente presente. Anche qualora un tentativo di reintroduzione coatta fosse stato messo in atto da parte dell’uomo (senza tuttavia fare ricorso a fantasiose ipotesi di lupi paracadutati, al pari delle fantomatiche vipere, molto diffuse fra i meno informati), esso non avrebbe implicato necessariamente lo stanziamento da parte della specie nel nostro territorio; il lupo avrebbe tranquillamente levato le tende e sarebbe andato altrove se le caratteristiche del territorio non fossero state adatte ad ospitarlo.

*Golfo visto dai Monti Aurunci*
*Golfo visto dai Monti Aurunci*

Invece il lupo ci è arrivato da solo ed è rimasto perché c’era da molto prima su questi monti, da prima che il bracconaggio lo facesse sparire per un periodo che va all’incirca dagli anni del secondo conflitto bellico fino ai primi anni del 2000. Basta chiedere ai propri nonni e sicuramente essi racconteranno storie di lupi e di pastori che risalgono a tempi in cui non esistevano né i parchi naturali né gli ambientalisti.

Se ciò non bastasse, si provi a spiegare il perché sulle nostre montagne si registra la presenza di antichi toponimi quali “la rava del lupo” o “la tana della lupa”. Il lupo c’era ed è tornato.

Ora sta a noi capire che questa presenza è indice di un ecosistema che si va pian piano ristabilendo e rigenerando. A soli 100 chilometri da qui, nel vicino Parco d’Abruzzo, Lazio e Molise, frequentato ogni anno da centinaia di migliaia di visitatori, avvistare un lupo è considerato un evento prezioso, una rarità; migliaia di persone provenienti dall’Italia e dall’estero pagano (per la gioia e la soddisfazione degli operatori del posto) per avere l’opportunità di incontrare questo schivo predatore che è considerato una vera e propria “specie bandiera” in Abruzzo.

aurunci Tuttavia la sua presenza non è del tutto senza conseguenze. Non sono rari i danni alla pastorizia, danni che negli anni hanno contribuito a inasprire il millenario conflitto lupo – pastorizia con spietate rappresaglie nei confronti di questa specie a rischio estinzione e protetta a livello nazionale e comunitario, specie che rischia nuovamente di scomparire dai nostri monti.

Eppure, sempre in Abruzzo, sono state innumerevoli le iniziative atte a mitigare questo conflitto facendo uso di nuove tecnologie e studi sul campo che hanno portato all’attuazione di strategie utili a stabilire una convivenza possibile.

Chi scrive è parte di un gruppo spontaneo formato da persone che da anni, a vario titolo, si interessano di ambiente e di lupi, qualcuno avendo collaborato a studi e ricerche nel Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise, qualcuno avendo elaborato una tesi sul lupo proprio sui monti Aurunci, altri per pura passione, passione che ha consentito loro nel tempo di acquisire conoscenze ed esperienze. A giorni la nascita del gruppo sarà presentata pubblicamente tramite un blog e una pagina

Facebook: WOLFAURUNCI – convivere è possibile. Questo gruppo mira a dare il proprio contributo per una corretta informazione su una tematica che, a ben vedere, coinvolge tutta una serie di categorie, tutte portatrici di interessi relativi all’ambiente, dall’imprenditoria locale alla comunità”.