AGGIORNAMENTO – L’onda lunga del Sistema Formia non si ferma solo a Formia, ma le sue ripercussioni arrivano fino al Consiglio regionale del Lazio. Perché nel fascicolo 17 della Procura di Latina, che ipotizza un’associazione a delinquere all’interno del Comune, viene coinvolto anche l’attuale consigliere regionale Forza Italia (14634 preferenze nel 2013 con il Pdl), ed ex presidente del Consiglio comunale di Formia Giuseppe “Pinuccio” Simeone oltre che ex capo di gabinetto del presidente della Provincia Cusani.
N.B. richiesta di precisazione di Giancarlo Simeone, socio de “Il gatto e la volpe” a fine pagina.
Secondo la Procura di Latina, Giuseppe Simeone, in concorso con il dirigente all’urbanistica Roberto Guratti e i funzionari comunali Eleonora Daga e Silvio Rasile, avrebbero nell’esercizio delle proprie funzioni ridotto gli oneri dovuti al Comune di Formia, dal fratello del consigliere regionale, Antonio Simeone, nella qualità di titolare del ristorante “Il Gatto e la Volpe”.
In sostanza si tratta di monetizzare, quindi versare un onere al Comune, per un cambio di destinazione d’uso di un locale da deposito a commerciale. Versamento che si cerca di ridimensionare al ribasso, come si evince dalle relative intercettazioni, a cominciare da quella tra Guratti e la funzionaria comunale dello stesso ufficio Eleonora Daga
Daga: “perché poi hanno i locali, io ho detto: ma che ci devi fare il ristorante? Ha detto: noooo! Mi ha detto non lo sa ancora! Però non un ristorante, quindi tipo un negozio, quindi avrà una parte di vendita e una parte locali accessori, dietro, che però vengono computati o non vengono computati o vengono computati in un’altra maniera capito?
Guratti: “ehhhhh”
Daga: “però io qui, siccome questo era quello riportato sulla delibera, io ho portato questo poi dopo …”
Guratti: “però dobbiamo fare una letterina in più perché dobbiamo tener conto che sono aree urba….. cioè dobbiamo un attimino spiegare …”
Daga: “al patrimonio?”
Guratti: “eh! al patrimonio perché in riferimento alla delibera di Consiglio comunale no? Che so che anche stanno a fa storie eccetera eccetera, … bisogna sparare a zero come se fossero aree edificabili”
Daga: “eh sennò dovremmo fare noi una valutazione … che tu monetizzi e diciamo quello che ricavi l’amministrazione dovrebbe destinarlo per fare i parcheggi quindi dovresti diciamo calcolare al metro quadro … e però come fai a calcolare … la effettiva?
Guratti: “non si può pure calcolare come dici tu come area edificabile non si può calcolare”
Daga: “no!”
Guratti: “va chiarito”
Daga: “la monetizzazione in genere dovrebbe essere in base all’effettivo computo”
Guratti: “le aree però a verde destinate a verde, quindi manco”
Daga: “eh!”
Passano un paio di mesi da questa conversazione, e nei primi giorni di agosto del 2012 nell’ufficio di Guratti c’è proprio “Pinuccio” Simeone. Il primo comunica al presidente del Consiglio comunale, in quota Pdl, che la stima per gli oneri di monetizzazione è di circa 6600 euro, secondo entrambi alta, e nonostante il computo sia sottostimato, visto che, come afferma il dirigente,“ho messo poca roba”.
Guratti: “senti la questione, io mi sono fermato un attimo”
Simeone: “eh”
Guratti: “ … dello scambio di destinazione d’uso”
Simeone: “ah, sì, sì, sì”
Guratti: “eh, capito?”
Simeone: “il locale dentro là …”
Guratti: “mò questo mi è arrivata una stima, mi pare un po’ esagerata perché so che (parla lì) cioè questo dice: il valore degli immobili è questo qua, il 15% del valore dell’area, quindi il valore dell’area è 4,75, qui avevo messo poca roba 15 metri insomma, però pure, così riesco a …”
Simeone: “il valore dell’area qual è?”
Guratti: “noi abbiamo un (accorpo – a corpo) che c’abbiamo circa 15 metri quadri da far monetizzare come onere “
Simeone: “sì, sì, e però”
Guratti: “si, il patrimonio … (vale) seimila”
Simeone: “sì sì”
Guratti: “ NON COMPRENSIBILE … lo cambi”
Simeone: “lo sai dove stà?”
Guratti: “sì sì”
Simeone: “lo sai dove sta sto locale?”
Guratti: “sì, sì, lo so”
Simeone: “l’hai visto proprio dove sta?”
Guratti: “no, dove sta no, ho visto le planimetrie … dove sta”
Simeone: “eh, e li diciamo ci stà …”
Guratti: “però adesso ti sto facendo (sto calcolo) qua”
Simeone: “sì, sì”
Guratti: “ti sto facendo tirare fuori le altre stime che abbiamo fatto”
Simeone: “va bè questo di che … sono?”
Guratti: “qua c’era Roberta Bennini (Pennini) che le faceva mò le ha fatte Silvio Rasile perché Roberta non ci stà …”
Simeone:” … mio fratello, di fronte ci stà un vicoletto, piccolo, angusto e stretto”
Guratti: “sì”
Simeone:”dove si va dentro e sto locale sta qua”
Guratti: “sì”
Simeone: “ed è proprio un piccolissimo locale”
Guratti: “sì ma in termini di valori assoluti che (il calcolo) esce fuori poco, il problema è il valore unitario che dà …”
Simeone: “… quanto ti vengono se dovesse pagare così”
Guratti: “6600”
Simeone: “6600 di … di monetizzazione? Accc!!!”
Guratti: “è troppo, eh”
Simeone: “6600 mi sembra”
Guratti: “però me l’ha scritta pure sto stronzo … però ora mi sto facendo tirar fuori gli altri che comunque sono tutti valori inferiori …”
Simeone: ” … con calma quando rientri”
Guratti: “eh, vediamo sto”
Simeone:”va bene, ok, ciao Robè, riposati che ne hai bisogno!”
Guratti: “ciao”
Eppure Roberto Guratti non coglie il consiglio di Simeone e fa passare meno di un’ora per riprendere la discussione sulla pratica del fratello dell’attuale consigliere regionale con Eleonora Daga, e per la precisione, riguardo alle stime:
Daga: “il fatto dell’area è compreso in questo valore … sono i valori di quell’area in via Abate Tosti, quindi sul fatto … e quindi non c’entra niente”
Guratti: ”eh però che fa n’abbattimento il 7% però si può fare n’abbattimento perché è centro storico pure no?”
Daga: “eh ma quello già l’abbiamo fatto”
Guratti: “Addò?”
Daga: “eh del fisso … abbiamooooo … no il centro storico abbiamo eeeeee …”
Guratti: “che sta in zona di recupero no?”
Daga: ”eh ho capito ma in base a che cosa lo metti questo valore?”
Guratti: “e lei come lo fa a mettere? In base a quali parametri …”
Daga: “i parametri del 7 quello del valore delle aree se tu vai ad esaminare è maggiore dell’area del negozio del … di quello che cioè (non comprensibile) è maggiore del (non comprensibile) a cui fa riferimento e allora il valore mi pare che è massimo. Capito? Se invece è più grande allora questi valori …”
Guratti: “le aree di pertinenza sono proprio qualificabili tra il 6 e il 12 percento del valore (non comprensibile). Valore che varia in funzione e la dimensione dell’area di pertinenza. Se è maggiore dell’area coperta la percentuale è più vicina al minimo quindi varia dal 6 al 12. E questa ha messo il 15”
Daga: “Dal 6 al 15. Dal 7 al 15. Io non lo so come le fa ste stime. Però invece del 15 potrebbe mettere il 10, che ne so? Mettiamo il 10%”
Guratti: “Le aree di pertinenza si maggioreranno. Della destinazione dell’altezza”.
Passano solo pochi minuti e Guratti, secondo le ipotesi della Procura, lascia capire il sistema utilizzato per abbassare gli oneri da pagare, durante una conversazione con l’impiegato che ha redatto la stima:
Guratti: “senti questa perizia, questa stima che hai fatto per quell’area …”
Impiegato: “già m’ha accennato”
Guratti:”eh … ah … t’accennato”
Impiegato: “non c’è problema dirigente”
Guratti: “la puoi un po’ modificare perché abbiamo visto che grosso modo per quell’edificio”
Impiegato: “quella che faccio giusto, perché la prima….”
E ancora un paio di ore dopo, tra Guratti ed Eleonora Daga:
Guratti: “Lascia stare … lascia stare … diciamo di interesse pubblico, lascia stare”
Daga: “quindi poi l’affittano?”
Guratti: “eh?”
Daga: “(non comprensibile)”
Guratti: ”a meno che non ci mettiamo a fare la cosa”
Daga: “no dovremmo fare una verifica però … embè come pagano gli altri non devono … non vuoi fare una verifica, perché, a quello che realizzano, perché non è la (fede) del consorzio industriale capito? Non è la (fede) rappresentativa. Loro devono eeee poi si affittano i locali capito? Secondo me va fatta una verifica come fatta per questi che ti pagano che fa … loro fanno il calcolo su quello che pagano loro e poi ci sta il calcolo in base alle strutture artigianali, la differenza viene versata al Comune veramente bisogna farla una copia”
Guratti: “(non comprensibile)
Daga: “no ti volevo chiedere questo perché … poi ho preparato una lettera per Simeone e per la comunicazione degli oneri (non comprensibile) e gli ho allegato pure la stima che ha fatto il coso la eeeeee ….”
Guratti: “un parte va all’opposte delibere di …”
Daga: “di Simeone sì sì”
Guratti: “(non comprensibile)”
Daga: “tanto questo non lo posso preparà comunque …. adesso …. eeeee Di Mauro deve pagare 3700 euro e gli sto comunicando, poi gli posso rilasciare il permesso vero e proprio”
Insieme al fascicolo il sostituto procuratore titolare dell’indagine, Giuseppe Miliano, allega poi la delibera di giunta del giorno dopo, il 9 agosto, durante la quale viene approvata la monetizzazione per la pratica di Simeone, con la stima degli oneri per la somma di 3528,30 invece dei 6600 euro iniziali.
Per i fatti oggetto del fascicolo in questione sono stati denunciati a vario titolo Roberto Guratti, Giuseppe Simeone, Eleonora Daga e Silvio Rasile per corruzione e abuso d’ufficio in concorso tra loro.
Va inoltre precisato come lo stesso Giuseppe Simeone finisca anche in un’altra parte dell’indagine, quella relativa all’apertura del supermercato Todis, quando viene citato dalla comandante dei vigili urbani Rosanna Picano che riferisce in una conversazione, come il consigliere regionale le abbia fatto pressioni affinché l’attività del supermercato continuasse, pur senza avere le autorizzazioni. Cosa che in effetti poi si verifica.
RICHIESTA DI PRECISAZIONE da Giancarlo Simeone – ore 21.45 del 19 AGOSTO 2014 – “Sono socio dell’osteria “Il gatto e la volpe” di Formia. Ho letto l’articolo riguardante i miei fratelli Pino e Antonio Simeone. Leggo di Simeone Antonio nella qualità di titolare del ristorante “Il gatto e la volpe”. Poi c’è la foto con la scritta sotto “L’ingresso del gatto e la volpe”. Senza entrare nel merito, e confidando nella buona fede di chi ha scritto l’articolo, volevo chiarire che il deposito/magazzino in questione non ha nulla a che vedere con “Il gatto e la volpe”.
E’ un’altra unità immobiliare, in un altro stabile, e di proprietà di mio fratello Antonio.
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