Gestione del tempio di Giove targata Munus, esposto di Sel

*Vittorio Marzullo*
*Vittorio Marzullo*

Secondo Vittorio Marzullo, consigliere comunale di Sel, nella gestione del sito archeologico di Monte Sant’Angelo, a Terracina, i conti non tornano. Per questo motivo nei giorni scorsi ha inviato un esposto a Procura, Corte dei Conti, finanza e polizia, e anche all’Autorità Nazionale Anti Corruzione e per la Trasparenza delle Pubbliche Amministrazioni. Marzullo è partito dalla delibera d’indirizzo del consiglio comunale del giugno 2007 che prevedeva di affidare la gestione del sito ad associazioni e cooperative, mentre alla fine a spuntarla è stata la Munus che è una società privata.

Secondo il contratto d’appalto, sottoscritto nell’ottobre 2012, l’amministrazione dava alla Munus la gestione del “servizio di accoglienza, informazione e biglietteria, il servizio di visite guidate, laboratori didattici e di accompagnamento durante la fase delle rappresentazioni; il servizio di gestione del sito internet, del merchandising e della vendita on line di prodotti editoriali, di servizi e biglietti; il servizio di manutenzione del sito archeologico; il servizio di organizzazioni di eventi e infine il servizio di gestione dell’area parcheggio e del bus navetta”.


L’impegno della società sarebbe stato quello di corrispondere annualmente al Comune il 40% degli incassi derivanti dalla vendita dei biglietti e degli introiti dei vari servizi gestiti, garantendogli comunque “un aggio minimo annuo pari ad Euro 120.000,00 oltre Iva”. Secondo Vittorio Marzullo, che ha fatto un accesso agli atti, tutto ciò non sarebbe avvenuto. “Non riscontro nei calcoli dove è finita l’Iva, probabilmente per mia ignoranza- scrive il consigliere di Sel in una nota stampa-. Non risultano inoltre conteggiate le entrate di tutti i servizi appaltati, anzi risultano conteggiati solo i biglietti d’ingresso, e il parcheggio? E le navette bus? E così via. E’ chiaro che con tale modalità di calcolo mai si supererà la quota dei 120.000.,00 euro minimo”. Nell’esposto Marzullo fa anche riferimento al fatto che “l’utenza elettrica non è stata mai volturata nei confronti della Società, per cui il Comune dissestato ha continuato a pagare l’elettricità a favore di una società privata che, in base al capitolato d’appalto, avrebbe dovuto accollarsi, e che la manutenzione, relativamente allo sfalcio dell’erba e alla pulizia del sito archeologico, nel periodo primaverile non era all’altezza delle aspettative”.

Altra vicenda da chiarire secondo il consigliere di Sel quella relativa alla riparazione dell’impianto d’illuminazione danneggiato da un fulmine che spetterebbe all’azienda appaltante che, invece, avrebbe ricevuto circa 24 mila euro per il lavoro. Su tale episodio Vittorio Marzullo aveva presentato un’interrogazione al sindaco lo scorso maggio mai portata in consiglio comunale per una risposta. Adesso spetterà ad altri valutare se è tutto in regola.