Sonnino ricorda il centenario della Grande Guerra

In occasione del centenario dallo scoppio della Prima Guerra Mondiale, Sonnino si appresta a celebrare la ricorrenza con la presentazione di un inedito progetto di ricerca storica: “Dalle colline Sonninesi… all’inferno del Carso”, un lavoro di raccolta documenti di prima mano, immagini e testimonianze sui caduti sonninesi.

Il progetto verrà presentato dai realizzatori, gli amatori Alessio Pietricola ed Innocenzo Ventre, venerdì 7 novembre presso l’auditorium “San Marco”, adiacente alla nota Piazza Garibaldi.


Ospite d’eccezione, per suggellare questo prezioso e certosino lavoro di ricerca, il Colonnello dell’Esercito Italiano Antonino Zarcone, studioso già Capo dell’Ufficio Storico dello Stato Maggiore dell’Esercito, che proprio in occasione delle celebrazioni della Grande Guerra, è impegnato in un tour di presentazione della sua opera: “I precursori . Volontariato democratico italiano nella guerra contro l’Austria: repubblicani, radicali, socialisti riformisti anarchici e massoni”, Annales edizioni. Interverrà inoltre, il giornalista locale Dario Petti.

Circa il lavoro di ricerca dei giovani locali, verrà allestita una mostra con le informazioni reperite finora sui caduti sonninesi, analogamente alla proiezione di un video: il progetto presentato non è che l’inizio di un percorso di ricerca che ha l’obiettiva di essere ulteriormente sviluppato, magari con l’ausilio di familiari e studiosi custodi di preziose testimonianza attinenti.

L’obiettivo è quello di ricreare un archivio ed una memoria storica nel paese su quegli avvenimenti, anche alla luce delle difficoltà già riscontrate, essendo già passati 100 anni dallo scoppio, i protagonisti o i coetanei dell’epoca ormai non ci sono più, e risulta sempre più difficile trovare il materiale per ognuno di loro.

Per non dimenticare il sacrificio “degli umili”, che in quella inutile guerra trovarono la morte senza più fare ritorno dai propri cari tra i patimenti delle trincee, lo shock dei bombardamenti, indicibili assalti alla baionetta. La loro vita cambiò in modo inesorabile niente fu più come prima, nemmeno per i “fortunati” che riuscirono a tornare nelle proprie case, portarono a vita una ferita nell’anima, insanabile.

Erano uomini semplici, pastori, contadini, braccianti, calzolai dai tenori di vita semplici, che la guerra tramutò in fanti, bersaglieri, alpini, mitraglieri, artiglieri: quelli che fecero ritorno video la loro esistenza sconvolta irrimediabilmente dai massacri e dallo scempio del fronte italiano.