Minacce al giudice Aielli, l’intervento de “I Cittadini contro le Mafie e la Corruzione”

Questo quanto dichiarato in un comunicato stampa da Antonio Turri, presidente nazionale dell’associazione “I Cittadini Contro le Mafie e la Corruzione” e dal referente locale Antonio Bottoni, relativamente alle minacce subite da un magistrato del Tribunale di Latina: “Le minacce di morte rivolte al giudice Lucia Aielli, nel modo e nella forma manifestata, sono particolarmente inquietanti e rappresentano il segnale tangibile di come sia particolarmente difficile e compromesso il territorio pontino e più in generale quello della regione Lazio. La criminalità organizzata di tipo mafioso proveniente dalle regioni del sud d’Italia e quella locale che della prima ha adottato metodi e strategie, hanno reso palese come sia in corso un vasto processo di contaminazione che le rende indistinguibili nelle azioni e nei modi di operare.

Manifestiamo, quindi, la nostra piena solidarietà al giudice Lucia Aielli e a quanti nella magistratura e tra le forze di polizia fanno appieno il proprio dovere senza cedimenti e paure rischiando anche la vita.


Non possiamo tacere il fatto che altri livelli istituzionali, in particolare quelli di competenza della politica, trasversalmente, abbiano avuto ed abbiano responsabilità indiscutibili per quanto riguarda sottovalutazioni e connivenze. Queste ultime si appalesano nella gestione di settori economici di competenza pubblica, attraverso lo strumento della corruzione, che hanno reso conveniente al crimine organizzato stabilire residenze di personaaggi direttamente o indirettamente riconducibili a consorterie mafiose e ad avviare investimenti di danaro “sporco” nella città di Latina ed in altri centri, tra cui la stessa città di Roma, in particolare in settori ampiamente remunerativi quali quello del ciclo del cemento, dei rifiuti e del commercio o in attività tipicamente delinquenziali quali il traffico degli stupefacenti, delle estorsioni e dell’usura.

Come a dire i buoi sono usciti dalla stalla e chiudere le porte della stessa servirà a poco se, dopo la solidarietà della classe politica e di altri settori istituzionali, ad ogni manifestazione della virulenza criminale tutto tornerà come prima o peggio di prima.

Come a dire che se si bruciano le autovetture di politici e pubblici amministratori da Aprilia a Latina o si inviano proiettili ad assessori e funzionari di enti locali, dopo l’iniziale sgomento, bisognerà, sempre e comunque, continuare a realizzare nuovi ed inutili centri commerciali o ad approvare varianti su varianti ad irrealistici piani regolatori o del commercio.Tutto ciò rappresenta spesse volte un invito alle mafie ed ai corrotti a perseverare perché attraverso queste logiche si consegnano loro le chiavi della città, delle città.

Summit e visite delle varie commissioni antimafia a Latina ed in altri centri si susseguono da anni e i risultati non paiono esaltanti e ancor meno risolutivi. Ci siamo permessi come Associazione, alcune settimane addietro – continuano Turri e Bottoni nella nota stampa – dopo gli ennesimi inquietanti episodi di criminalità, di suggerire al sindaco della città di Latina, Giovanni Di Giorgi, di istituire un assessorato alla Trasparenza amministrativa, alla Sicurezza Urbana e allo sviluppo della Legalità, proponendo come responsabile Luigi Pescuma, al fine di mandare un segnale concreto di rinnovamento e cambio di direzione che riteniamo necessario. Questa proposta è caduta nel vuoto più assoluto.

Oggi aggiungiamo a quella proposta quella di istituire un assessorato alla Cultura e all’Università, perché riteniamo queste le vere priorità e le risposte necessarie ad episodi come quello delle minacce di morte al giudice Aielli ma, anche in questo caso, pare continuarsi a discutere di nomine all’urbanistica e all’ambiente, inteso quest’ultimo prevalentemente come gestione del ciclo dei rifiuti.

Siamo convinti che l’ambiente da bonificare sia anche, con priorità assoluta quello sociale e le armi principali per farlo restano quelle della legalità praticata e dello sviluppo culturale della comunità cittadina in particolare a favore delle giovani generazioni. Il tempo dei riti e delle vuote dichiarazioni lascerà peggiorare inevitabilmente la situazione”.