Centrale del Garigliano, Legambiente e comitati civici chiedono chiarezza sull’inchiesta

Centrale Nucleare del Garigliano

Subito la verità sull’inchiesta giudiziaria promossa due anni fa dalla Procura della Repubblica di S.Maria Capua Vetere nei confronti dei responsabili della fase decomissioning della centrale nucleare del Garigliano nei confronti dei quali era stati ipotizzati gravi reati come il disastro ambientale ed irregolarità di materia di sicurezza nucleare. Da due anni, intanto, su questa vicenda è calato un silenzio, un incomprensibile.

A chiedere di fare piena luce sull’inchiesta penale promossa dal sostituto procuratore Giuliana Giuliano sono le Legambiente del circolo di Sessa Aurunca, il comitato antinucleare del Garigliano, quello civico di San Castrese e il comitato di salute pubblica di San Cosma e Damiano che ieri hanno presentato un documento, in occasione di un incontro della tavola della trasparenza svoltosi all’interno del sito nucleare gestito dalla Sogin, per chiedere direttamente l’intervento dell’assessore all’ambiente della regione Campania Giovanni Romano per capire a che punto sono le indagini avviate con il clamoroso blitz dei finanzieri del nucleo mobile di Mondragone che, affiancati da due fisici, bloccarono la centrale per 18 ore, acquisirono dati e registri e prelevarono nell’attiguo fiume Garigliano acque e fanghi.


Da quel momento non si è saputo più nulla, soprattutto sull’esito delle analisi che, svolte dai tecnici del Centro Interforze Studi e Applicazioni Militari di Pisa, sarebbe stato trasmesso dopo due mesi alla stessa Procura di Santa Maria Capua Vetere, il cui procuratore Lembo, però, si difese affermando che solo l’Arpac avrebbe potuto renderlo noto. I rappresentanti della Legambiente e dei tre comitati civici , Massimo Penitenti, Giuseppe Pietrantuono e Maurizio Scarsella vogliono capire, naturalmente a beneficio dell’interesse delle comunità residenti lungo le due rive del Garigliano, lo stato degli accertamenti aperti a carico della Sogin e dell’Arpa Campania dopo aver ottenuto importanti rassicurazioni, anche se verbali, da parte dell’assessore Romano dopo un ulteriore campionamento del terreno circostante la centrale del Garigliano e la proroga, nell’agosto scorso, delle stesse indagini da parte della stessa Procura sammaritana.

Intanto il comitato della trasparenza è stato disertato da molti sindaci dei comuni del comprensorio e, mentre la Sogin e l’Ispra hanno difeso il loro operato, la dirigente del settore ambiente della provincia di Latina, Nicoletta Valle, è tornata alla carica chiedendo di avere in possesso le analisi e le informazioni sulla fase di smantellamento e riqualificazione della centrale entrata in funzione esattamente mezzo secolo fa.