Non paga l’assegno all’ex moglie, prosciolto sonninese

Il Tribunale di Latina

Non basta un assegno alimentare non pagato alla moglie per condannare un uomo. Se non si prova che lei è finita in uno stato di bisogno per il mancato mantenimento e, invece, si mostra che sempre lei continua a fare una vita normale, l’imputato deve essere prosciolto. L’avvocato Lorenzo Magnarelli, in un arringa di circa due ore, ha sostenuto questa tesi per un imprenditore agricolo di Sonnino, M.C., e ha convinto il giudice del Tribunale di Latina, Stefano Nicolucci.

Per l’imprenditore è così scattato appunto il proscioglimento. M.C., come altri, era finito in tribunale per non aver versato l’assegno di mantenimento alla ex. Per gli inquirenti, l’omissione da parte dell’imprenditore aveva fatto trovare la donna senza mezzi di sussistenza. Il difensore di M.C. ha però sostenuto che era invece provato il particolare che la donna non si fosse mai trovata in uno stato di bisogno, che non le erano mai mancate risorse per andare avanti e che la vicenda è totalmente distinta dai problemi civilistici tra i due.


Abbastanza per ritenere che non vi fosse alcun reato con quel mancato assegno, come alla fine ha sostenuto lo stesso giudice.