Priverno, esezione Imu sui terreni agricoli: il Tar accoglie il ricorso

Angelo Delogu

Il Tar del Lazio ha accolto il ricorso presentato da Anci Liguria, Umbria, Veneto e Abruzzo contro il decreto interministeriale del 28 novembre che prevedeva l’esclusione dei terreni agricoli sotto i 600 metri di altitudine dall’esenzione dell’IMU. Il decreto interministeriale impugnato – come scrive il relatore del decreto col quale il Tar ha accolto il ricorso – «determina eccezionale e grave pregiudizio».

Ciò vuol dire che, se l’udienza collegiale prevista per il 21 gennaio dovesse confermare nel merito la decisione, anche i cittadini del Comune di Priverno non dovranno pagare l’IMU sui terreni agricoli. Rasserenato il Sindaco di Priverno, Angelo Delogu: «È sicuramente una buona notizia per i nostri concittadini, che come tutti gli italiani affrontano una già insostenibile situazione di crisi economica in cui molte famiglie faticano ad andare avanti settimana dopo settimana e non ne possono più di pagare tasse. Costringere i Comuni ad applicare l’ennesima nuova imposta sarebbe come bendarsi gli occhi e non tener conto dello sfacelo in cui è piombata l’Italia. Noi siamo stufi di fare gli esattori delle tasse per conto del Governo!»


«Negli anni» continua il Sindaco, «i Governi succedutisi alla guida del Paese hanno disegnato un sistema tributario fortemente instabile e farraginoso, oltre che vessatorio. Si pensi solo alla IUC, introdotta come tassa unica e applicata come tre tasse in una, segno che in Italia parole come “semplificazione” significano l’esatto contrario. Ma con l’IMU sui terreni agricoli è stato raggiunto il culmine, una tassa in cui vi è assoluta incertezza persino dei criteri applicativi, come quello dell’altitudine. Per esempio, come dovrebbe regolarsi il possessore di un terreno posto a più di 600 metri in un Comune, però, collocato al di sotto di questa altezza?»

«Quello che mi chiedo» conclude Delogu, «è se chi ci governa si è posto domande come questa prima di approvare il decreto.»

Anche l’Assessore al Bilancio, Pierluigi Vellucci, esprime una cauta soddisfazione per il ricorso accolto dal Tar. «L’obiettivo del ricorso» afferma, «era proprio quello di dimostrare l’illiceità di questo nuovo balzello introdotto a bilanci ormai chiusi e che sarebbe andato a gravare soprattutto sulle tasche dei proprietari di terreni spesso improduttivi, per i quali anche il solo mantenimento  rappresenta un onere notevole. Di questa tassa infastidisce anche il modo con il quale è stata introdotta. Il Ministero, a noi Comuni, ci dice: “Noi vi tagliamo 100.000 Euro di Trasferimenti e voi dovete recuperarli dall’IMU sui terreni agricoli. E non è un problema se non avete deliberato delle aliquote per i terreni agricoli, ci pensiamo noi: per legge è il 7,6 per mille.”»

«Le obiezioni del Tar, infatti», continua Vellucci «puntano sia al merito sia al metodo del provvedimento. Trattandosi di misura compensativa questa interviene, come detto, a bilanci  chiusi (nel nostro caso a ridosso dell’approvazione dell’assestamento) con effetti gravi sul pareggio di bilancio e con pesanti conseguenze sull’erogazione dei servizi al cittadino. Per questi motivi, il Tar del Lazio ha accolto in via cautelare il ricorso e ha fissato la camera di consiglio per il 21 gennaio 2015, cioè cinque giorni prima (due soli lavorativi) della nuova scadenza per i pagamenti, ora fissata per il 26 gennaio. La questione ripiomba in questo modo nella confusione che l’ha caratterizzata fin dall’inizio, quando sembrava si dovesse pagare entro il 16 dicembre una tassa resuscitata appena qualche giorno prima, nel solito tentativo di scaricare a valle i problemi che non riescono a risolversi a monte.»

E conclude: «Ora aspettiamo di sapere cosa accadrà il 21 gennaio ma è giusto che anche ai Comuni vengano restituite le risorse sottratte con il taglio dei trasferimenti.»