Priverno, vicenda Lsu: saranno assegnati al Comune

Il comune di Priverno

Finalmente ha avuto termine l’odissea vissuta dai circa 30 lavoratori socialmente utili impiegati presso il Comune di Priverno (prima) e la XIII Comunità Montana (poi). Gli ultimi giorni del mese di dicembre 2014, infatti, la Direzione Lavoro della Regione Lazio, che nei mesi passati ha intrattenuto una fitta corrispondenza con gli uffici del Comune di Priverno per una positiva soluzione del problema, ha terminato l’iter di redazione della determina dirigenziale ed ha assegnato gli LSU richiesti dall’Ente Lepino.

“Si tratta di una notizia che aspettavamo da tempo – sottolinea il Sindaco di Priverno Angelo Delogu-. Al termine di un lungo iter burocratico, che ci ha tenuto impegnati per circa un anno, siamo riusciti finalmente ad arrivare al bandolo della matassa e dare risposta alle esigenze lavorative di oltre 30 persone. Grazie al prezioso lavoro di tutta l’Amministrazione, e in particolare del consigliere delegato al personale, Antonietta Bianchi, siamo state una delle prime Amministrazioni dell’intera Regione a completare tutti gli atti necessari per rispondere all’Avviso Pubblico indetto dall’ente della Pisana e, a seguito di un’integrazione, avevamo anche chiesto che ci venissero assegnati anche altri LSU non riassorbiti dalle loro amministrazioni di provenienza”. “La positiva risoluzione del problema, a differenza di quanto affermato da qualcuno nei mesi passati, dimostra che questa Amministrazione non ha dimenticato questi lavoratori, né li ha abbandonati al proprio destino. Anzi, in campagna elettorale ci eravamo fatti carico di trovare una soluzione definitiva alle loro problematiche ed è quanto abbiamo fatto. L’ennesimo risultato positivo portato a casa dalla nostra compagine Amministrativa”.


La scelta di rispondere all’Avviso Pubblico, inoltre, si è rivelata strategicamente rilevante sotto diversi punti di vista. Già dal 31.12.2014 gli LSU hanno preso servizio integrando l’esigua pianta organica del Comune,  permettendo di internalizzare servizi precedentemente affidati a ditte esterne: in questo modo l’ente ottimizzerà la spesa, andando a tagliare costi.

“Abbiamo indicato precisi ambiti operativi per i lavoratori che sono rientrati in servizio presso il nostro Ente apportando una boccata di ossigeno sia dal punto di vista delle risorse umane che dell’organizzazione. La loro opera verrà messa al servizio di settori strategici. Inoltre si occuperanno della manutenzione del patrimonio dell’Ente: effettueranno piccole riparazioni di manutenzione ordinaria e straordinaria, cureranno gli immobili dell’Ente e si occuperanno della pulizia degli uffici. In questo modo saremo in grado di risparmiare”.

Il reintegro di questo personale nel bacino degli LSU inoltre, oltre ad arricchire l’Ente di nuova linfa ed a dar loro una nuova prospettiva di lavoro, ha permesso, a chi di loro ne avesse avuto intenzione, di percepire a semplice richiesta una congrua somma di denaro, la cd. buonuscita, per uscire fuori dal bacino degli LSU. Una decina di LSU ha deciso di approfittare di questa opportunità di fuoriuscita. A questo punto possiamo tirare un sospiro di sollievo per la positiva conclusione della vicenda.