Latina, l’Ugl Corpo Forestale aderisce alla petizione “Riparte il Futuro”

L’Ugl Corpo Forestale dello Stato aderisce alla petizione Riparte il Futuro promossa da numerose associazioni nazionali, tra le quali Libera, Legambiente, Lipu, WWF, Cia, Coldiretti, FAI. “Aderiamo – si legge in una nota – con convinzione a questa petizione inviata al Senato della Repubblica affinchè si approvi senza ulteriori ritardi il disegno di legge sull’introduzione dei delitti ambientali nel codice penale, afferma il dirigente pontino dell’Ugl di categoria Flavio Di Lascio.

Come viene sostenuto dai promotori dell’iniziativa, l’Italia ha bisogno di una vera e propria riforma di civiltà, che sanerebbe una gravissima anomalia: oggi chi ruba una mela al supermercato può essere arrestato in flagranza perché commette un delitto, quello di furto, mentre chi inquina l’ambiente no, visto che nella peggiore delle ipotesi si rende responsabile di reati di natura contravvenzionale, risolvibili pagando un’ammenda quando non vanno – come capita molto spesso – in prescrizione.


Non esistono nel nostro Codice penale, infatti, né il delitto di inquinamento né tantomeno quello di disastro ambientale. Uno squilibrio di sanzione insostenibile e a danno dell’intero Paese, che garantisce spesso l’impunità totale agli ecocriminali e agli ecomafiosi. Oggi, finalmente, siamo vicini a una svolta. Nel febbraio 2014, infatti, la Camera dei deputati ha approvato a larghissima maggioranza un disegno di legge che inserisce 4 delitti ambientali nel nostro Codice penale: inquinamento e disastro ambientale, trasporto e abbandono di materiale radioattivo e impedimento al controllo. Il testo, però, è inspiegabilmente fermo da mesi al Senato, per alcuni limiti tecnici che sarebbero facilmente superabili con poche modifiche.

Approvarlo prima possibile rappresenterebbe, invece, una pietra miliare nella lotta alla criminalità ambientale, garantendo una tutela penale dell’ambiente degna di questo nome e, soprattutto, assicurando strumenti investigativi fondamentali per le forze dell’ordine e la magistratura. Invitiamo i cittadini e le associazioni locali a sostenere questa battaglia andando sul sito www.riparteilfuturo.it/delittiambientali“.