Pitti 2015, trend positivi per l’economia moda maschile

Corre. Come corre l’uomo che si destreggia tra gli impegni della vita di tutti i giorni. E allo stesso modo corrono in su i numeri delle presenze al Pitti Uomo di quest’anno. Sarà quindi un ottimo 2015, favorevole per il Made in Italy nel campo del fashion. “Almeno per quello”, hanno sospirato a Firenze dove è ancora in corso l’evento alla Fortezza da Basso, iniziato martedì e che terminerà domani.

Un'immagine dalla nuova collezione di Asaf Ganot
Un’immagine dalla nuova collezione di Asaf Ganot

Nient’altro che ottimismo per il settore maschile, tanto che gli indici parlano chiaro: il 2014 sarà solo un ricordo lasciando spazio al nuovo anno con una crescita del +1,2% e un fatturato a poco più di 8,6 miliardi di euro. Anche le vendite all’estero dello scorso anno sono state registrate in aumento: +5,1%, assicurando poco più di 5,5 miliardi di euro. Un segnale, quindi, davvero positivo per il paese italiano, dato che tra gli ordini per la prossima primavera – estate si riscontra non solo già una clientela estera in +8,5%, ma anche una forte richiesta proveniente dallo stesso territorio nazionale. Un vero e proprio barlume di speranza in tempi di forte crisi che non si ferma solo a numeri decisamente positivi.


Ciò che sta facendo parlare del Pitti 2015 è anche la partecipazione di nuove realtà di brand fino ad ora sconosciuti. È il caso dell’emergente Asaf Ganot che ha proposto una linea che punta tutto su dettagli e finiture come simbolo del lusso della sua collezione urban. Artigianalità, invece, per Testoni che unisce tradizione e innovazione senza trascurare il design nella sua collezione di calzature in vitelli lisci o martellati, scamosciati stampati o dalle nappe optical.

Che sia davvero l’inizio di un anno splendente per la moda e di conseguenza per l’economia italiana? Al Pitti, tutti in fermento per questa nuova ventata d’aria fresca, sembrano respirare un po’ meglio in quei vestiti imbellettati.