Minturno, ancora una speranza per la riapertura dell’Ufficio del Giudice di Pace

Esiste una lievissima speranza per la riapertura dell’Ufficio del Giudice di Pace di Minturno. Il Tar del Lazio, con ordinanza del 15 gennaio scorso, ha infatti ordinato, in sede cautelare, la riapertura dell’Ufficio del Giudice di Pace di Palestrina, ritenendo che “il decreto ministeriale del 10 novembre 2014 – che ha disposto la cessazione dell’ufficio del Giudice di Pace di Palestrina – si pone in evidente contrasto con la legge n. 162/14, di conversione del D.L. n.132/14, pubblicata in data 14 novembre 2014, la quale aveva reinserito il suddetto Ufficio tra quelli mantenuti in funzione”.

La questione ovviamente non riguarda soltanto Minturno ma anche altri 82 Uffici del Giudice di Pace presenti in Italia. Qualsiasi elettore residente nel mandamento di tutte le oltre 80 sedi di Giudice di Pace illegittimamente soppresse con il ripetuto decreto ministeriale può fondatamente chiedere al Tar Lazio la riapertura dell’ufficio. Ma c’è da fare in fretta, perché il termine di 60 giorni per la notifica del ricorso scade il 30 gennaio, essendo stato il decreto ministeriale illegittimo pubblicato il 1° dicembre.


A Castellammare di Stabia, per esempio, il comitato provinciale dell’Unione Nazionale Consumatori, attraverso un’azione popolare ai sensi dell’art. 9 Testo Unico Ordinamento Enti locali n.267/2000, ritenendo che “l’azione popolare rappresenta il pieno esercizio del diritto di cittadinanza per imporre un’agenda politica centrata sul bene comune”, ha deliberato di presentare ricorso per chiedere al Tar Lazio la riapertura dell’ufficio di Castellammare di Stabia.

E a Minturno? Il capogruppo del Partito Democratico, Mimma Nuzzo, di concerto con il collega Mino Bembo, delegato al contenzioso, ha richiesto per domani mattina, alle ore 10,45, la riunione urgente della commissione capigruppo per discutere sull’eventuale ricorso da presentare dal Comune di Minturno. “Non vogliamo lasciare nulla di intentato e ora sapremo chi veramente ha a cuore una struttura giudiziaria così importante per la nostra città”, spiega la Professoressa Nuzzo.

Sulla stessa lunghezza d’onda Mino Bembo: “Domani discuteremo in merito alla fattibilità di questo ricorso, ma se dal Comune non dovesse provenire alcun interesse non escludo di presentarlo io stesso, dal momento che ogni cittadino può farlo. Resta il rammarico per un ufficio storico, che dava lustro a Minturno, dove non sta restando più nulla”.

Anche l’avvocato Pino D’Amici, che si occupò della questione fin dal 2011 quando c’era il commissario prefettizio Vincenzo Greco, ha dichiarato l’intenzione di occuparsi personalmente del ricorso, qualora non vi siano movimenti dall’amministrazione comunale, che recentemente ha chiesto al Ministero della Giustizia di istituire a Minturno una sede distaccata dell’Ufficio del Giudice di Pace di Cassino.