Fondi, al Mof “sgambetto” dei soci pubblici: no alla proposta di bilancio

Continua il braccio di ferro tra pubblico e privato, al Mof. L’ennesima puntata mercoledì mattina, con la mancata approvazione, da parte dell’assemblea dei soci, della proposta di bilancio 2013 della Mof spa, la società di gestione del Gigante verde dell’ortofrutta.

Quella che è da interpretare come una vittoria della parte pubblica, col “niet” di Regione (29% del capitale sociale), Comune di Fondi (15%) e Camera di Commercio (7%), che è andato a prevalere sulle posizioni dell’Euromof, consorzio detentore del 49% delle quote ed espressione degli operatori di viale Piemonte. Ad opporsi all’approvazione – con un risultato economico d’esercizio non solo in pareggio, ma con un segno “più” da circa 8mila euro – anche (e forse soprattutto) il collegio sindacale. Riproponendo quasi la stessa situazione presentatasi lo scorso dicembre, nell’ambito dell’approvazione del bilancio della partecipata (52%) Imof spa, società nata per la ristrutturazione e l’ampliamento della vecchia area mercato, da anni in attesa di essere fusa alla sorella maggiore per dare vita ad un nuovo soggetto: in quell’occasione, nonostante il parere negativo di collegio e parte pubblica, i privati avevano fatto valere i numeri passando ugualmente all’approvazione del bilancio 2013. Un passivo di almeno 10 milioni d’euro nell’occasione “scaricato” sui soci pubblici, e per la quasi totalità legato agli strascichi dell’esito dell’arbitrato che, in un complesso gioco di crediti e debiti legati al restyling e all’uso della parte del Mercato di proprietà regionale, vedeva la stessa Imof opposta alla Pisana, ed anzi la vede ancora, vista l’impugnativa del lodo arbitrale da parte della Imof. Lodo o meno, quello del bilancio Imof 2013 è un rosso il cui riverbero ha raggiunto per forza di cose anche i conti della Mof spa. Trovando però Regione, Comune e Camera di Commercio che, approfittando della posizione di maggioranza, mercoledì sono riuscite a prevalere: “no” alla proposta di bilancio, che dovrà adesso essere ridisegnato in fretta e furia, con i termini di legge per la sua approvazione che incombono come una spada di Damocle.