In “viaggio” tra i mercati settimanali del sud pontino

Una bella giornata di sole non basta. Lo sanno bene gli operatori dell’area mercatale che ci raccontano come la crisi sia arrivata anche qui, tra i loro banchi. Una passeggiata tra i colori dei mercati più noti del Sud Pontino per comprenderne problematiche e punti di forza.

mercatoOltre trecento postazioni fisse per quello di Formia, il cui appuntamento è fissato il giovedì. Da sempre fonte di richiamo non solo per residenti, ma per turisti stranieri e viaggiatori molto mattinieri provenienti dal napoletano. Qui Assunta, che vende cosmetici, ci ragala un’analisi dettagliata della situazione: “Uno dei problemi principali è che molti propongono la stessa merce. Qualcuno lancia offerte per cercare di rimediare quella piccola entrata nelle casse che può fare la differenza. Secondo me sarebbe preferibile specializzarsi in un solo settore, proponendo tutto l’occorrente dalla A alla Z e non limitarsi alle merci d’importazione”. E qui infatti possiamo trovare ampi spazi dedicati interamente a singoli settori, per esempio il bricolage, per poi passare agli appassionati del taglio e cucito, fino ad arrivare agli amici dei quattro zampe.


Decisamente  l’opposto è l’atmosfera che si respira tra le bancarelle a Castelforte, dove il mercato ha luogo di domenica. Il 2003 l’anno in cui parte l’infinita piroetta di trasferimenti dal centro storico piazza Porta Nova e piazza Mercato a via Luigi Cadorna, di fronte alla scuola media Sebastiani, e viceversa. Una famiglia di venditori di biancheria ci descrive la sua esperienza: “Qui il mercato è morto. Ormai le presenze degli operatori sono diminuite, anzi decisamente dimezzate e il tutto in soli pochi anni. Pensiamo che sia dovuto ad una problema logistico perché costruito praticamente al di sopra di un parcheggio e molti sono gli anziani che ci descrivono quanto sia difficile per loro raggiungerci. Prima aveva luogo nella parte più bassa del comune, ma era complicato per i camion scaricare e parcheggiare. Tutto questo ha portato alla fine del mercato, e molti di noi preferiscono rinunciare a questa tappa settimanale per concentrarci maggiormente alla vicina Santi Cosma o a Minturno” .

Mario
Mario

Arriviamo quindi a Minturno, il mercoledì nell’ex area Sieci. Favoriti forse dalla bellezza del paesaggio, qui l’ottimismo sembra farsi largo. Ci spiega Mario conosciuto ad un banco di frutta e verdura: “Io ho deciso di puntare sulla qualità, proponendo i prodotti del nostro territorio che è ricco di specialità. Praticamente la mia è una vendita a Km 0 – ci racconta sorridendo -. Siamo convinti che per tentare di ostacolare la crisi dobbiamo lanciare le nostre ricchezze, proporre ai clienti e cercare di far conoscere la genuità e freschezza del prodotto che vendiamo. Tutto questo anche con un notevole risparmio per gli acquirenti, che cerchiamo sempre di rendere felici”.

Antonio
Antonio

Siamo ora a Santi Cosma e Damiano, il martedì, con uno spazio esteso per oltre millemetri quadri. Qui gli stands non arrivano a 40 e molto è lo scontento tra gli operatori. Incontriamo Antonio, che arriva dalla provincia di Napoli e vende tovaglie, lenzuola e arredi per la casa: “Lavoro nei mercati da quasi un trentennio. Sono stato tra i primi a propormi in questo sito quando è nato, e da allora gli scenari sono completamente cambiati. Oggi i miei figli non continueranno questa tradizione, che è sempre più colpita dalla crisi generale. Le spese sono troppe, parliamo in primo luogo di uscite gravose costituite dal carburante, perché mi sposto tra il Sud Pontino, Avellino e Cilento. Inoltre a queste si sommano quelle per il fitto annuo del posto assegnato, versamenti INPS e bollette varie, per questo a noi praticamente non rimane nessun guadagno. A stento riusciamo a rientrare nelle spese”.

Mario
Mario

Accanto al suo stand c’è Mario che ha riempito con i colori dei costumi del carnevale il suo banco: “Sono 5 anni che vendo merce ai mercati – ci racconta -. Lavoravo in un’impresa edile e il lavoro cominciava a diminuire sempre più, anno dopo anno, e alla fine noi operai siamo rimasti senza stipendio. Così mi sono messo di nuovo in gioco e ho provato questa strada, ma devo dire che le difficoltà sono tante perché la crisi è arrivata anche qui”.