Ospedale di Fondi: il Comitato torna a bussare alla politica, e paventa denunce al Nas. Si schierano anche i club forzisti

L’analisi di criticità ed esigenze, i dubbi, i suggerimenti. L’ennesimo appello alla politica. La rinnovata minaccia di scendere in piazza “per avere una sanità più giusta”. Quella di inoltrare una circostanziata denuncia ai carabinieri del Nas per presunte irregolarità inerenti la Chirurgia.

Il Comitato a difesa del “San Giovanni di Dio” torna a battere sul futuro della struttura di via San Magno, facendosi portavoce di un malessere che, partendo dalle corsie, arriva a coinvolgere le migliaia di utenti che vi gravitano attorno.


*Al centro, Lucio De Santis*
*Al centro, Lucio De Santis*

Dal sodalizio presieduto dal battagliero Lucio De Santis, non ci stanno. Non riescono a concepire quella che interpretano come una continuata sordità delle istituzioni preposte dinanzi alle istanze di un intero territorio che teme per la morte del proprio ospedale. E, dopo i rilievi della relativa commissione regionale su alcuni aspetti organizzativi del nuovo Atto aziendale pontino, dal Comitato hanno quindi ripreso (virtualmente) carta e penna. Scrivendo, oltre che al manager dell’Asl Michele Caporossi e ai sindaci del comprensorio, ai senatori Claudio Fazzone e Claudio Moscardelli, e ai consiglieri regionali Pino Simeone ed Enrico Forte. Dato che “l’ultima decisione è politica”, De Santis e i suoi ritengono che siano proprio quest’ultimi a doversi far interpreti di bisogni e disagi relativi alla riorganizzazione della rete sanitaria provinciale. Altrimenti, secondo il Comitato, l’unica speranza di una correzione in extremis di alcuni dei punti riguardanti il nosocomio della Piana rispetto al contestato Atto aziendale, passa per la protesta popolare nelle strade.

Del resto, la situazione tratteggiata è a dir poco preoccupante: il pronto soccorso di Fondi “ormai pienamente attivo solo dalla 8 alle 14” e la cui ridotta operatività starebbe portando al collasso quello di Terracina; le ambulanze giornalmente impegnate in un’incessante spola tra i due nosocomi, che crea non poche difficoltà ed i cui costi “andrebbero una volta e per sempre contabilizzati”; la Chirurgia fondana che “opera solo il martedì”; “tutti gli altri reparti” del “Dan Giovanni di Dio” che reggono “solo sul lavoro di dottori e infermieri, che addirittura a volte lavorano senza essere remunerati”. Criticità e cortocircuiti sanitari a cui si aggiunge dell’altro. “Gli ospedali di Fondi e Terracina, risulterebbero non a norma in quanto i reparti di Chirurgia per essere operanti andrebbero supportati dalla unità di Terapia intensiva. Saremo forse costretti forse ad una denuncia al Nas?”. Fosse vero, almeno per il “San Giovanni di Dio”, la questione potrebbe essere risolta con poco. “Sia l’unità di Terapia intensiva che l’Obi per il pronto soccorso con una minima spesa possono essere immediatamente funzionanti, con cinque posti letto già disponibili per ogni reparto. Si pensi che la carenza di questa disponibilità obbliga a far trasferire i pazienti della zona persino presso l’ospedale di Cassino, se il Dono Svizzero di Formia non ha posti disponibili. Servirebbero solo una decina di operatori sanitari. Quattro dottori potrebbero essere pagati dal Comune di Fondi, riducendo dal bilancio comunale una minima parte dei circa 460mila destinati alla giusta assistenza dei cani, e gli altri da reperire fra gli altri Comuni. Si recupereranno altre risorse con il miglior funzionamento dei reparti, senza considerare le enormi somme che la Regione eroga all’ospedale di Pozzilli per le varie prestazioni sanitarie”.

Panoramiche e proposte a cui dal Comitato pro ospedale di Fondi, che nelle scorse settimane, nel corso di una manifestazione simbolica, era arrivato ad incatenarsi all’entrata del “San Giovanni di Dio”, fanno seguire un avvertimento: “Ci stanno togliendo la sanità. E, lo abbiamo sempre ribadito, per difenderla siamo pronti a tornare in piazza”.

 

Fondi, anche i club Forza Italia in prima linea per la petizione pro ospedale

Anche i tre club Forza Silvio della città, con un’iniziativa congiunta di raccolta firme, a spalleggiare la petizione pro ospedale recentemente avviata dal sindaco di Fondi e loro sodale Salvatore De Meo. Una mobilitazione nata per spingere ad alcune modifiche dell’Atto aziendale dell’Asl pontina rispetto al “San Giovanni di Dio”, e anche in questo caso rinfocolata alla luce dei rilievi avanzati nei giorni scorsi dall’apposita commissione regionale di valutazione su tale atto programmatico, in particolare per quanto riguarda gestione ed assetto delle funzioni di staff e organizzative. “Scelte critiche”, hanno commentato i presidenti dei club forzisti, Vincenzo Carnevale, Vincenzo Mattei e Mariapalma Di Trocchio. “Le preoccupazioni e le perplessità del sindaco e della sua maggioranza sull’Atto aziendale appaiono oggi maggiormente fondate alla luce dei sostanziali rilievi da parte della Regione Lazio. Si è pensato bene di non puntare al risparmio, a discapito dei servizi sanitari per i cittadini per i quali sono previsti nell’Atto tagli indiscriminati che porteranno il nostro ospedale alla totale paralisi e allo svuotamento di pazienti, divenendo una inutile cattedrale nel deserto. Di fronte a questo tipo di scelte non si può e non si deve restare immobili”.