Mark Iuliano meglio di Mario Beretta e Roberto Breda. Sembrava un’eresia solo un paio di mesi fa, eppure i numeri adesso sono tutti dalla parte del giovane allenatore del Latina, che pur con pochissima esperienza alle spalle (quella alla guida della Primavera nerazzurra era stata la sua prima esperienza in panchina dopo il conseguimento del patentino da allenatore a Coverciano) ha saputo toccare le corde giuste e restituire alla squadra quella consapevolezza che le era mancata per tutta la prima parte della stagione. La situazione resta complicata, ma la classifica corta e serrata permette ai tifosi nerazzurri di continuare almeno a sperare nella permanenza nella categoria. Un miracolo per una squadra che ha trascorso gran parte del proprio campionato all’ultimo posto o quasi.
La società di Paola Cavicchi e Pasquale Maietta ha deciso di promuoverlo per dare un taglio netto al passato, almeno a livello di gioco: basta con il definissimo dei due predecessori, largo a un calcio più propositivo e offensivo, già mostrato alla guida dei giovani nerazzurri. E in effetti i numeri parlano chiaro: la squadra segna di più e inevitabilmente vince di più, permettendo anche alla stellina Federico Viviani di ritrovare il feeling con il gol. Ma non solo. Sono di più i palloni giocati, di più le azioni manovrate e le conclusioni in porta. Gli aspetti in cui migliorare, ovviamente, non mancano: si segna troppo poco rispetto a quanto si tira, indice di una squadra che ancora troppo spesso spara a salve. Contro il Pescara si contano quasi 30 tiri in porta, tanti rispetto alle sole due reti realizzate.
Insomma, questo Latina ha convinto e l’ex difensore della Juventus si sta facendo lentamente apprezzare anche da chi, al momento della sua nomina, aveva storto il naso per diversi motivi, su tutti l’inesperienza a certi livelli. L’impresa resta complicata, ma almeno adesso c’è la sensazione di poterci provare.
