Priverno, Vellucci: “Caduta della giunta Delogu, il significato della verità”

Qual è l’idea che le persone si fanno della “verità”? Si può ricostruire attraverso i modi di dire del linguaggio comune., scrive in un comunicato l’ex assessore al Bilancio e al Patrimonio Pierluigi Vellucci. Uno dei più diffusi, e più citati negli ultimi tempi – soprattutto da una parte dell’opinione pubblica che vede nella caduta della Giunta Delogu una ghiotta occasione per fare di tutta l’erba un fascio – è quello che “la verità non sta mai da una parte sola”, che, analizzato, non è poi da buttar via del tutto. È vero che in esso è contenuto un invito implicito all’ascolto, alla comprensione dell’altrui punto di vista, ma pare che un suo uso eccessivo nasconda l’invito alla confusione, a rendersi partecipi di un approccio “pilatesco” – non da pilates, ma da Pilato – alla vita pubblica e politica. Così, secondo questo principio, non dovremmo faticare a cercarla, la verità (potrebbe essere scomoda), meglio dividerci le responsabilità dei nostri errori, indipendentemente dal loro peso specifico.

In questi giorni ho avuto modo di leggere la ricostruzione di Elvira Picozza – ex assessore alla cultura e alla pubblica istruzione, capogruppo Pd, del Comune di Priverno – che ha sviluppato la sua versione in vari punti, su cui vorrei concentrare la mia analisi.


1. Scrive Elvira Picozza: “non è corretto affermare che tutto è partito dal voto sulle “cave”, perché il primo colpo assestato alla maggioranza amministrativa è avvenuto nell’ottobre 2014, quando Delogu ha annunciato con grande compiacimento, di voler allargare la maggioranza a destra, sulla base delle richieste avanzate dal consigliere di minoranza Angelo Galli.” Non è vero. La richiesta avanzata dall’ex Consigliere Galli è stata rimessa, dal Sindaco, ai partiti che componevano la maggioranza, chiedendo loro di esprimersi in merito, con un sì o un no. Ma la crisi non è cominciata qui. Le prime avvisaglie c’erano state con un’altra delibera (N. 139 del 22.05.2014), sempre riguardante la società Priverno Cave srl, che aveva visto prima il voto a favore di Elvira Picozza e poi l’invito con nota formale (a firma di Petrole e della stessa Picozza) ad annullare la delibera in oggetto.

2. Elvira Picozza sulla delibera che ha visto il suo voto contrario (insieme a quello dell’ex assessore Petrole), scrive: “Riguardo al metodo, va detto che esiste la norma per cui gli atti deliberativi devono essere disponibili almeno 5 gg prima dell’incontro di giunta affinché gli assessori possano conoscerli, approfondirli e valutarli prima di essere approvati. Così non è stato per la delibera in questione.” Strano. Petrole e Picozza conoscevano talmente poco il documento da far allegare, seduta stante, una loro dichiarazione (già preparata) di voto contrario. Agli atti.

Inoltre, per sua confessione, Picozza era stata informata la sera prima in una riunione di maggioranza e aveva preso in copia anche il parere del legale; del resto era prassi consolidata che gli assessori, compreso lei stessa per le materie di sua competenza, portassero le delibere in una riunione, quando andava bene di pregiunta, o addirittura in giunta, e mai nessuno aveva rimostrato, perché in giunta deve esserci un rapporto di fiducia reciproca. E sempre sul metodo, Picozza sostiene: “Di fronte alle resistenze dei due assessori il sindaco ha preteso che si mettesse ai voti la delibera, sebbene fosse stato preventivamente informato delle conseguenze che ne sarebbero derivate sul piano politico, escludendo anche la possibilità di un allontanamento temporaneo dei due assessori che non avrebbe impedito alla giunta di deliberare l’atto.” Falso. Nessuno ha obbligato i due consiglieri a votare la delibera, tutt’altro, altri assessori – tra cui io – avevano consigliato loro di astenersi e di non votare. Una cosa che ci viene rimproverata è di aver votato “un atto contro la Regione Lazio senza aver attivato i canali istituzionali e tecnico – amministrativi a disposizione” che per Picozza e Petrole voleva dire chiedere alla Regione informazioni sulla correttezza delle determine che essa stessa aveva adottato. Quindi come chiedere all’oste se il vino è buono.

3. “Entrando nel merito” continua Picozza, si evince che si trattava “della possibilità di utilizzare lo stesso impianto di lavorazione per aree di escavazione diverse. Si tratta di un provvedimento della Regione Lazio per andare incontro alle attività produttive in un periodo di grave crisi economica.” Sicuramente, peccato che la norma della Regione (legittima, anche se politicamente discutibile) veniva applicata retroattivamente all’impianto in questione, per giunta senza sentire l’Amministrazione locale nel merito. Si può applicare una legge retroattivamente?

4. Picozza parla di “proposta di allargamento a destra della maggioranza, l’ingresso nella compagine di governo di un rappresentante della minoranza di centrodestra”, “caccia spasmodica di Delogu al 9° consigliere, indispensabile per avere la maggioranza dei voti in consiglio ed evitare la sfiducia.” Aridaje: è falso! Si veda il punto 1. Se il Sindaco avesse avuto un accordo con l’opposizione avrebbe aspettato 3 mesi per attendere il congresso del PD? Angelo Delogu ha sempre creduto che la maggioranza fosse quella uscita dalle urne, non un’altra. E che non ci fosse un accordo tra maggioranza e opposizione è stato dimostrato dal Consiglio del 25 febbraio: tutta l’opposizione, insieme al gruppo “dissidente” del PD, ha votato contro le linee programmatiche della maggioranza. Lo stesso gruppo “dissidente” (Bianchi, Petrole, Picozza e Picozza) ha poi raccolto le firme necessarie per lo scioglimento del Consiglio, insieme alla stessa opposizione con la quale ci accusano di avere stretto un’alleanza. Guardiamo i fatti: chi ha stretto un’alleanza con chi? Ma il tempo è galantuomo, ce lo sapremo dire: vedremo con chi si alleeranno i 4 “dissidenti”.

5. Picozza scrive, sulle “aliquote relative alla IUC” che “nonostante l’accordo di non aumentare le tasse per i cittadini, hanno poi deciso di portarle al massimo.” Falso. I 4 “dissidenti” non hanno mai fatto proposte alternative credibili, inoltre non è vero che le aliquote sono al massimo, cosa che sa benissimo anche l’ex capogruppo Picozza, avendole votate in Consiglio.

6. Secondo Picozza, il Sindaco si sarebbe dimenticato “di partecipare alla Conferenza di Servizio presso la Regione Lazio per discutere l’autorizzazione all’ampliamento della cava silicea Sibelco.” Ricordandosi di sollevare la questione dopo due anni, con gli stessi falsi argomenti che avevano utilizzato gli uomini di Macci, Elvira Picozza prende una cantonata. Angelo Delogu è stato eletto il 28 maggio, la Conferenza dei servizi cui ci si riferisce si è tenuta i primi di giugno, senza che ne fossimo nemmeno informati. A quel tempo non era stata nominata ancora nemmeno la Giunta. Vorrei ricordare che in genere alle Conferenze dei servizi non partecipano i politici, ma i tecnici. Ricordo inoltre che quella conferenza chiudeva un procedimento iniziato nel 2008, durante il quale si erano tenute altre conferenze ed erano stati acquisiti tutti i pareri positivi e le autorizzazioni del caso. Le possibilità per il Comune di bloccare a quel punto finale il procedimento amministrativo erano nulle.

7. Ho avuto modo di leggere anche alcune polemiche sullo stipendio dell’ex Sindaco. Angelo Delogu ha rinunciato a 24.000 euro in un anno e mezzo che sono stati destinati alle persone disagiate, passando da 2.700 euro lordi (è il minimo previsto per legge) a 1900 netti. In un anno e mezzo, Sindaco e Consiglieri non hanno mai preso un rimborso spese, non un euro, nonostante avessimo girato tutta la regione e non solo, pagandoci ogni cosa di tasca nostra.

8. Elvira Picozza fa anche un accenno alla “coerenza”. Vorrei ricordarle che nel 2008, proprio lei, fu candidata alle primarie del centrosinistra, anche contro quel candidato che poi le avrebbe vinte: Sulpizi. Elvira Picozza successivamente destituita da Capogruppo del PD, dall’area facente capo a Sulpizi, la stessa area che l’avrebbe infine candidata alle primarie del 2013. E lo stesso Sulpizi con il quale Elvira Picozza oggi ha stretto un patto di ferro che probabilmente è uno dei responsabili della caduta dell’Amministrazione Delogu, visti i suoi noti rapporti con le vicende che hanno determinato la crisi.

Certo, quello di verità è concetto sfuggente e relativo come ci hanno insegnato tanti pensatori della modernità. Tutto può essere discusso e interpretato, ma dove ci sono dei fatti univoci, per di più documentati in atti pubblici (delibere, lettere ufficiali, voti contrari, firme raccolte e presentate) credo che i margini per la fantasia interpretativa si riducano enormemente. Poi a Priverno, una piccola comunità, tutti ci conosciamo, conosciamo i percorsi e le vicende di ciascuno – conclude Vellucci – per cui credo che i cittadini abbiano ormai tutti gli elementi per farsi un’idea precisa su ciò che è accaduto.