Emergono nuovi particolari dall’inchiesta sul sistema corruttivo che sarebbe stato creato attorno ai fallimenti del Tribunale di Latina e soprattutto sulle dichiarazioni dell’ormai ex giudice Antonio Lollo, che dopo l’arresto ha iniziato a collaborare con la Procura di Perugia.
Si scopre così che quest’ultimo ha sostenuto che, oltre al denaro che riceveva da professionisti corrotti a cui dava incarichi, un sistema che andava avanti da un paio d’anni, da altri riceveva comunque regali, anche importanti, e c’era persino chi pagava le tasse al suo posto.
Un elemento quest’ultimo di cui l’ex magistrato ha parlato facendo riferimento a Luciano Lodo, uno dei commissari del concordato Cedis Izzi, al centro dell’inchiesta, professionista diventato poi grande accusatore di Lollo.