Eternit a Mola, il Consiglio di Stato mette la parola fine: va rimosso

Una vittoria arrivata dopo molte battaglie legali e dopo molti anni. La società titolare dell’ex ristorante Taverna di Mola nell’ominimo quartiere di Formia dovrà rimuovere i 60 metri quadri di eternit che ricoprono l’area esterna del vecchio esercizio commerciale. A stabilirlo nell’udienza di ieri il Consiglio di Stato (Ordinanza abbattimento tettoia eternit Consiglio di stato) chiamato in causa dalla stessa Goldin Addolorata & C. Sas che aveva impugnato analogo proveddimento di abbattimento del manufatto stabilito dal Tar (Ordinanza abbattimento tettoia del Tar di Latina) dopo aver chiesto l’intervento del tribunale opponendosi all’ordinanza di sgombero dei manuifatti (Ordinanza di sgombero dell’area marittima) e di revoca della concessione da parte del Comune di Formia. Quindi, oltre a rimuovere l’eternit tra balconi e scuola ed esercizi commerciali, ora la società non ha ufficialmente neanche più la concessione demaniale dell’area (Revoca concessione demaniale, che gli era già stata ritirata. Tutto confermato insomma.

Assemblea pubblica contro l'eternit
Assemblea pubblica contro l’eternit

Una battaglia vinta insomma da parte anzitutto dei residenti che negli ultimi mesi in particolar modo erano profondamente esasperati tanto da riunirsi in un comitato, organizzare assemblee pubbliche ai piedi della torre di Mola, raccogliere firme. Troppi i decessi per tumore negli ultimi anni, non ancora formalemnte riconducibili all’eternit ma neanche senza che questa ipotesi sia mai stata esclusa da alcuna autorità competente. Delle tre superfici di copertura in amianto-cemento raccolte a pochi metri, dopo l’avvenuto abbattimento di questa, rimarrà solo la copertura della multiproprietà dell’edificio diroccato in via Abate Tosti.


Ora, quindi, la ex proprietà dovrà rimuovere la tettoia e abbattere la struttura su suolo demaniale e restituirla allo Stato così come le era stata concessa, come previsto dalla legge e come confermato dal Consiglio di Stato. In caso contrario, oltre alle conseguenze giudiziarie, opererà direttamente il Comune di Formia per poi rivalersi sui rappresentati della Goldin Sas. Infine con l’ordinanza del Consiglio di Stato dovranno riconoscere le spese stimate in mille euro sia in favore del Comune che di Maria Teresa Lombardi, difesa dall’avvocato Iolanda Petracchini, titolare del locale.