Omicidio Barlone, il Ris setaccia l’auto dell’imprenditore di Fondi

L’auto del presunto mandante dell’omicidio di “don” Patrizio Barlone sotto la lente d’ingrandimento del Ris di Roma. Martedì gli specialisti dell’Arma hanno passato al setaccio la Lancia Lybra di Aldo Quadrino, il 53enne imprenditore di Fondi arrestato insieme a cinque campani in relazione alla morte del 61enne ex diacono di Monte San Biagio, rinvenuto privo di vita all’interno della propria abitazione lo scorso 8 febbraio. Il mezzo di Quadrino è sotto sequestro dall’11 maggio, data del blitz dei carabinieri che ha teoricamente chiuso il cerchio sul delitto. Di cos’erano alla caccia i militari del Ris? In particolare di materiale biologico, impronte e fibre appartenenti a quattro dei cinque campani finiti in manette, quelli che secondo le indagini hanno eseguito materialmente l’irruzione mortale nell’abitazione della vittima, a caccia di soldi e fantomatici diamanti:  il 43enne Salvatore Avola e la 36enne sorella Vincenza, di Torre del Greco, il 49enne Carmine Marasco, anche lui torrese, ed il 56enne Antonio Imperato, di Ercolano. Le ricostruzioni, infatti, dicono che i quattro vennero accompagnati in prossimità della palazzina teatro dell’omicidio dallo stesso Quadrino, a bordo della Lancia ora oggetto degli accertamenti, parcheggiata poco distante con il 53enne padrone all’interno, pronto a permettere la fuga ai presunti complici. Circostanza che, al di là degli elementi già in mano agli inquirenti, potrebbe trovare ulteriori riscontri in seguito agli esami sui campioni appena raccolti dal Ris, da confrontare con quelli prelevati a fine maggio dai campani indagati, rinchiusi nella casa circondariale di Poggioreale.