Fondi, camionista muore in mare


AGGIORNAMENTO 21 giugno, ore 1.14 La prima vittima dell’estate nelle acque pontine si è registrata a Fondi. Doveva essere solo di passaggio. E’ morta nella prima mattinata di ieri, sabato, senza che nessuno se ne accorgesse: le prime persone che ne hanno avvistato il corpo esanime, a pancia in giù tra le onde, credevano stesse praticando pesca subacquea. In realtà in quei momenti Piotr Browski, autotrasportatore polacco di 47 anni, era probabilmente spirato da un pezzo.

Era arrivato nella Piana venerdì sera al volante del proprio camion, parcheggiato per la notte ai bordi della Flacca, nella zona della stazione di servizio “Esso”. Intorno alle 7.30 di ieri, ha raccontato qualche bagnante, l’uomo si è immerso in acqua lasciando alcuni effetti personali sulla battigia, in un tratto di spiaggia libera. La sua sagoma, ormai inanimata, è stata notata quando erano circa le 9.30. E’ stato tirato a riva da alcuni presenti; è partito l’allarme.


Pochi minuti dopo le 10 sul posto è giunto l’equipaggio dell’eliambulanza “Pegaso 44”, che per ottimizzare i tempi di soccorso si è calato sull’arenile in “hovering”, per mezzo di un verricello. Quasi in concomitanza, anche l’arrivo a sirene spiegate dei sanitari della “Formia Soccorso” di stanza a Sperlonga per fronteggiare le emergenze estive. Un doppio intervento inutile. Le manovre di rianimazione, messe in atto sotto il coordinamento del medico dell’elisoccorso, non sono servite a nulla. Il 47enne straniero era già privo di vita.

Secondo gli esami esterni, sarebbe annegato dopo un improvviso malore che l’aveva lasciato in uno stato di incoscienza. A margine degli accertamenti condotti dagli agenti del commissariato locale – sul posto c’erano anche i carabinieri della Tenenza – la salma è stata presa in carico dalle onoranze funebri “Sant’Anna”, per essere in seguito trasportata presso la camera mortuaria del cimitero comunale. Dopo non molto, è stata liberata in vista dell’avvio delle pratiche per il ritorno in patria. A dare alla moglie dello scomparso la triste notizia, telefonicamente, una turista polacca improvvisatasi interprete, presente in spiaggia col compagno.

 

LE SPIAGGE DI FONDI

Spiagge con un livello di sicurezza ai minimi termini, quelle fondane. Cosa ormai nota. Visto il numero esiguo di stabilimenti balneari autorizzati, quello di bagnini dislocati lungo gli oltre dieci chilometri di arenile è ridotto all’osso. Per quanto riguarda poi le spiagge libere – che in attesa delle prossime concessioni costituiscono il grosso degli arenili locali – i pochi che c’erano fino a due estati fa, in carico ad un’associazione assoldata dal Comune, sono spariti.

Questioni di budget, probabilmente. Comunque sia, una dipartita che ha ridotto ancor più al lumicino gli addetti al salvataggio. Ma se i bagnini sono pochi, ancor meno sono gli accessi al mare fruibili, quelli scampati all’invasione dei privati. Problema vecchio di decenni, e che troppo spesso ha portato i mezzi di soccorso a trovarsi la strada verso il paziente di turno sbarrata: gimcane tra le varie stradine secondarie, alla ricerca dell’accesso “fortunato”; lunghe sfacchinate a piedi sulla sabbia; tempi d’intervento inesorabilmente dilatati.

L’ultima volta proprio ieri mattina, quando per arrivare al corpo esanime del camionista appena annegato i sanitari del 118 hanno dovuto percorrere oltre un chilometro, con borse, monitor e bombola d’ossigeno in spalla. Una tragedia avvenuta nell’area “dei Prefetti”, forse quella dove gli accessi a mare sono maggiormente risicati.

Uno stato di cose che andrà gradualmente a cambiare in meglio. Lo ha assicurato il sindaco Salvatore De Meo, che per il rilancio del litorale in termini di sicurezza ritiene di aver già posto solide basi nella passata consiliatura, in particolare con il Pua (prossimamente al via) e il Piano della mobilità: gli accessi andranno ad aumentare, come pure le aree in concessione, con annessi bagnini.