Da Qualiano a Fondi per catturare cardellini

Ancora un’operazione contro il business illegale dei cardellini, per gli uomini del Nipaf di Latina, che martedì mattina hanno denunciato per bracconaggio e maltrattamento di animali un 56enne napoletano. Residente a Qualiano, nell’occasione si era portato al “lavoro” a non molta distanza dal lago di Fondi, da anni meta di veri e propri pellegrinaggi da parte dei cacciatori di frodo provenienti dalla vicina Campania.

IMG-20150623-WA0001[1]Al momento del blitz, il bracconiere aveva già catturato venti esemplari. Giunto a notte inoltrata, aveva scelto come terreno di caccia un’area in prossimità del lago da cui si accede passando per una traversa di via Portaturo, poco fuori dal perimetro del Monumento naturale. Si era abilmente mimetizzato con una doppia invasione di proprietà: lui si era piazzato all’interno di un oliveto, la sua auto era ben nascosta tra le piante di un vicino frutteto. Una giornata come tante, da passare armeggiando tra richiami, gabbie e reti. Almeno all’inizio. La routine è stata messa da parte alla vista dei forestali coordinati dal sovrintendente Stefano Giulivo, arrivati in borghese nell’ambito di un apposito servizio anti-bracconaggio. Alla vista degli specialisti del Nipaf il 56enne campano ha abbandonato prede ed arsenale, attraversando un campo per raggiungere in fretta e furia la propria utilitaria. Piede premuto sull’acceleratore, e via a tutto gas verso la stradina principale. Un tentativo di fuga finito quasi subito, culminando nel deferimento e nel contestuale sequestro di reti e quant’altro. A seguire, la liberazione sul posto dei cardellini ingabbiati.


Merce davvero pregiata sul mercato nero campano. Fauna selvatica protetta utilizzata come richiamo per la caccia, ma anche e soprattutto per motivi ornamentali ed amatoriali. Il cardellino è profondamente radicato nella cultura popolare al di là del Garigliano. Fa trend. Tanto che per una coppia che “canta bene” un appassionato può pagare fino a trecento euro. Alimentando un mercato sommerso da milioni d’euro, spesso controllato dalla camorra.