Storia di un architetto con l’incarico in Comune e il padre in commissione

Il Comune di Gaeta

E’ stata nominata, come si è soliti usare in casi analoghi, quale forza lavoro supplementare ai consueti responsabili dei procedimenti amministrativi, i cosiddetti Rup (Incarichi Diva Stamegna). Per essere più precisi si tratta di un ruolo di assistenza al Rup, per un importo di oltre 5mila euro. Lei è l’architetto Diva Stamegna che, vista la mole di lavoro da svolgere da parte degli uffici competenti del settore opere pubbliche, come precisa la stessa determina del Comune di Gaeta, deve essere incaricata per dare una mano, stando alle premesse dell’accordo.

In sostanza l’architetto Stamegna viene incaricata di redigere quattro progetti in qualità di assistente al Rup che sono quello per il parcheggio multipiano su lungomare Caboto (campetti da tennis), parcheggio in piazza XIX maggio, pubblica illuminazione su lungomare Caboto e palazzetto dello sport in via Venezia. Secondo lo schema di convenzione questo lavoro di pregettista sarà liquidato con la somma complessiva di 20mila euro. Ma 5mila li prende subito una volta svolto metà lavoro, ovvero almeno due dei progetti presentati.


Si tratta tuttavia di una procedura anomala se consideriamo che l’architetto Stamegna si ritrova a ricoprire un ruolo di amministratore pubblico che deve controllare in qualità di Rup la correttezza delle procedure e la bontà dei progetti del tecnico incaricato, cioè sempre lei. In sostanze è controllore e controllato. Il che in termini di risparmio può essere una pratica virtuosa secondo le intenzioni espresse dal dirigente competente Pasquale Fusco nell’ultima commissione controllo e garanzia.

Ma i conflitti di interesse non sono finiti qui per Diva Stamegna perchè va infatti ricordato che il padre, Michele Stamegna, anch’egli architetto, è stato scelto insieme ai colleghi Assunta D’Andria di Napoli e Luciano Pecchia di Campodimele, quale membro della commissione paesistica del Comune di Gaeta (Determina nomina membri commissione paesistica).

La commissione paesistica è un organo collegiale tecnico-consultivo che esprime pareri obbligatori in merito alle autorizzazioni paesaggistiche. La commissione per il paesaggio esprime il proprio parere prestando particolare attenzione alla coerenza dell’intervento in progetto con i principi, le norme e i vincoli degli strumenti paesistico-ambientali vigenti, nell’ottica di una tutela complessiva del territorio. Insomma la commissione si esprime e accetta o rigetta i progetti che riguardano il territorio.

Tuttavia nostante le rassicurazioni del dirigente circa l’economicità dela decisione di avere Rup e progettista in un’unica persona, le norme vigenti pare dicano il contrario. E ci riferiamo in particolare al decreto legisltaivo 163/06 dove si afferma che “l’incarico di assistenza al Rup non deve essere confuso con quello di consulenza di progettazione di supporto al Rup che non è contemplato dalla normativa vigente. Anche l’autorità di vigilanza sui contratti pubblici è chiara: “… i soggetti esterni possono supportare il Rup solo nelle attività che gli competono di coordinamento e vigilanza sulla progettazione fermo rimanendo che la progettazione è compito di esclusiva competenza del progettista. Perciò la firma di un progetto da parte di un professionista che ha incarico di supporto al Rup è illeggittimo”.

Insomma al di là dei profili di illeggittimità, erano forse anzitutto ragioni di opportunità a imporre una diversa gestione degli incarichi professionali non solo per la parentela conflittuale tra l’assistente al Rup Diva Stamengna e il padre membro della commissione paesistica, ma per la stessa ambivalenza del suo ruolo nella quale controllato e controllore si sovrappongono.