L’estorsione e la truffa viaggiano on line

Si chiama “Cryptolocker” il nuovo virus informatico che sta facendo centinaia di vittime in tutta Italia. Decine in provincia di Latina, dove nella sola giornata di giovedì la Polizia Postale ha ricevuto ben sette denunce per casi simili. Attacca principalmente le aziende e le imprese, ma anche i privati cittadini, con l’unico obiettivo di estorcere dei soldi.
Gli uomini della Polizia Postale hanno sgominato un’organizzazione criminale finalizzata all’accesso abusivo informatico, estorsione online e riciclaggio degli illeciti proventi realizzati mediante la diffusione del Cryptolocker. Un virus, questo che “sta aumentando in maniera virulenta nelle ultime settimane – ha spiegato l’ispettore capo Gianfranco Pinos, referente informatico per la sezione della polizia postale di Latina – e che agisce principalmente su sistemi operativi Windows”.
Lo scenario è il seguente: l’ignaro utente riceve sulla propria casella di posta elettronica un messaggio che fornisce indicazioni su presunte spedizioni a suo favore oppure contenente un link relativo ad un acquisto effettuato online. Cliccando sul link oppure aprendo l’allegato (solitamente un documento pdf), viene iniettato il virus che immediatamente cripta il contenuto delle memorie dei computer.
A questo punto si realizza il ricatto dei criminali informatici, che richiedono agli utenti, per riaprire i file e rientrare in possesso dei propri documenti, il pagamento di una somma di alcune centinaia di euro in bitcoin (monete virtuali) a fronte del quale ricevere via e-mail un programma per la decriptazione.
“Non agisce soltanto sui pc – ha spiegato l’ispettore Pinos – ma anche sugli smartphone e comporta il blocco dei dati di tutti i file contenuti. Colpiscono principalmente le aziende perché, in virtù del fatto che hanno l’urgenza di lavorare e sbloccare il contenuti dei file, sono soggetti più deboli e più facilmente truffabili rispetto ai privati”.
È molto importante non cedere al tentativo di estorsione. “Cedere al ricatto – ha commentato Gianfranco Pinos – non significa che vengano restituiti i file criptati”.