Fondi, danni record per l’emergenza incendi

Immagine di repertorio

Un’estate con scempi da record, a Fondi, sul fronte incendi. Finora, hanno spiegato dalla Forestale, i roghi sui monti sono stati numericamente meno rispetto ai tre anni precedenti, ma hanno ad ogni modo devastato superfici ben più ampie. Mandando in fumo centinaia di ettari di boschi: tra i duecento e i trecento, a stare stretti, solo considerando il recente incendio a monte Valletonda e quello divampato venerdì mattina nell’area di Sant’Arcangelo, partendo da monte Capo di varde. Episodio, quest’ultimo, che secondo gli addetti ai lavori rappresenta quello maggiormente distruttivo ad aver interessato il Comune da diversi anni a questa parte.

Per renderlo inoffensivo, si sono dovute attendere oltre ventiquattro ore di lavoro filato, con i vigili del fuoco e i Falchi di pronto intervento costretti, sotto il coordinamento della Forestale, ad operare anche in notturna per mettere in sicurezza le abitazioni minacciate dalle fiamme, finite per allargarsi in territorio itrano. A supportare le squadre da terra, fino a venerdì sera e a partire dalle prime luci di sabato, l’andirivieni di canadair ed elicotteri, presenze che ormai accompagnano giorno per giorno gli abitanti della Piana.


Dell’emergenza incendi a Fondi se ne riparlerà a livello ufficiale lunedì: sono in agenda un tavolo tecnico che vedrà protagoniste le autorità e una commissione Ambiente ad hoc. Ricerca di una soluzione istituzionale che lascia però perplesso il consigliere comunale Appio Antonelli, esponente del Movimento 5 Stelle che ha puntato soprattutto sulle tempistiche d’intervento. “Ho chiesto circa un mese fa la convocazione della commissione”, ha ricordato tra le altre cose, manifestando seri dubbi sulla possibilità d’adozione di misure concrete a margine degli appuntamenti in oggetto. “Spero di essere contraddetto, ma è stato già brutto sapere come qualche giorno fa dal Prefetto per affrontare questa emergenza si siano presentati solo due sindaci, cioè quelli di Spigno Saturnia e Monte San Biagio”.