Pontini alla riscossa: tra i progettisti del memoriale della Shoah di Bologna, anche un giovane di Fondi

*L'architetto Di Manno*
*L’architetto Di Manno*

Il memoriale della Shoah di Bologna parla anche fondano: tra gli autori del progetto che nelle scorse settimane ha vinto il concorso internazionale per un monumento in ricordo delle vittime dell’Olocausto da collocare nel capoluogo emiliano, c’è un giovane architetto della Piana.

Si tratta di Onorato Di Manno, classe ’84, professionista emergente che con il neonato studio capitolino di cui è cofondatore, formato da un affiatato gruppo di progettisti trentenni, ha sbaragliato un’agguerrita concorrenza proveniente da tutto il mondo. “Io e quattro miei colleghi d’università (Andrea Tanci, Lorenzo Catena, Chiara Cucina e Gianluca Sist) ci siano uniti con il nome ‘SET Architects’ (www.set-architects.com) con l’obiettivo di utilizzare questo concorso come punto di partenza per fondare il nostro studio di architettura”, ha spiegato. “E fortunatamente è andata meglio di quanto previsto, abbiamo vinto. Primi su 284 progetti”.


memoriale Shoah 2Il progetto per il memoriale è stato bandito a gennaio 2015 dalla Comunità Ebraica bolognese in collaborazione con altre realtà cittadine e non, con l’opera risultata vincitrice che verrà realizzata nel prossimo gennaio nella nuova piazza realizzata tra via Caracci e il ponte di via Matteotti, uno dei punti di accesso per la nuova stazione dell’alta velocità. Due blocchi parallelepipedi di oltre nove metri per nove ognuno, accostati simmetricamente, per un monumento dall’aria spettrale: è la rielaborazione in chiave urbana della struttura modulare dei dormitori dei campi di concentramento. Quelle anguste celle, aumentate a dismisura verso l’infinito, a riproporre come un pugno nello stomaco l’orrore della tragedia degli ebrei. Un simbolo della memoria “vivo”, dato che lo stretto passaggio tra i due blocchi sarà fruibile ai visitatori, portati, anche attraverso il rumore di un percorso di sassi pensato per risuonare all’interno della struttura metallica, ad estraniarsi e a immergersi nel ricordo.

Shoah, cuccettememoriale Shoah 5“Per noi questa vittoria è stato un motivo di grande orgoglio – ha commentato Di Manno – sia per aver vinto su un numero così alto di partecipanti, ma soprattutto per essere stati selezionati da una giuria presieduta dall’architetto statunitense Peter Eisenman. Uno dei più grandi del nostro tempo, nonché autore del memoriale dell’Olocausto di Berlino”. Un ambito traguardo che porta inevitabilmente il promettente professionista pontino a guardare avanti: “Spero che questa vittoria sia il trampolino di lancio per la mia futura carriera”. Con un sogno nel cassetto. “Ovviamente uno dei miei sogni è quello di realizzare qualcosa di importante nella mia città natale. A Fondi mi piacerebbe realizzare un museo d’arte, un luogo di aggregazione sociale dedicato alla cultura, che spesso è messa in secondo piano”.

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