Chisura teatri a Latina, Pernarella: “Consiglio comunale scellerato e incompetente”

Il Teatro Cafaro di Latina

La notizia riportata in questi giorni del rischio di chiusura delle sale teatrali dei Teatri Comunali a causa della mancata regolarità dei certificati di collaudo e del certificato di prevenzione antincendio alza violentemente il velo su una realtà disastrosa. Si scopre una situazione, conosciuta da anni dagli operatori e più volte denunciata, ma della quale non si è mai voluto valutare il peso e la portata. E’ impossibile non attribuire tutto quanto sta accadendo in queste ore alla colpevole miopia, alla incompetenza ed alla incapacità di chi ha amministrato la città di Latina negli ultimi anni. Politiche culturali inefficaci e nessuna progettualità. Negli ultimi 4 anni poi l’inefficacia si è declinata in totale assenza, l’ultimo Consiglio Comunale si è dimostrato, oltre che miope, scellerato.

Parla chi ha più e più volte sottolineato pubblicamente la necessità di riconsiderare la centralità della struttura del Palazzo della Cultura come punto di partenza per ogni sviluppo, culturale, sociale ed economico, della città. Parla chi non ha mancato di segnalare negli ultimi tre anni la mancanza della manutenzione ordinaria delle sale a politici e amministratori. Parla, infine chi, da diversi anni fa impresa, in maniera del tutto privata, utilizzando le sale della struttura e corrispondendo all’Amministrazione regolare canone d’affitto. Solo l’urgenza della situazione attuale impedisce di mettere sul piano della bilancia, in fase di valutazione, oltre che l’incapacità, nei termini di gestione del bene, l’inadeguatezza di coloro i quali per anni hanno ignorato l’importanza di una struttura che dal 1989, anno dell’apertura del Palazzo della Cultura, ad oggi avrebbe potuto produrre ben altri risultati che l’attuale desolante nulla.


La totale assenza di un confronto serio sul tema e su una situazione che non poteva che produrre altro che questo che sta accadendo coinvolge, in termini di responsabilità, una intera classe politica. Fiumi d’inchiostro e centinaia di interventi sui social network per dibattere dell’importanza di una ZTL in termini di rilancio culturale del centro storico e non una parola sul più grosso investimento che Latina abbia mai affrontato nel settore culturale lasciato, nel frattempo, cadere a pezzi. Tanta fatica a raccontare di un semaforo chiuso al traffico come ponte verso una rinascita culturale della città e non una parola su una sala conferenze di quattrocento posti chiusa da oltre un anno per infiltrazioni, non una parola sul teatrino “Dei Mille”, altra perla, dello stesso edificio, lasciato chiuso ed allagato per due anni a marcire. Nessuno che si sia interrogato circa le motivazioni che spinsero lo scorso anno il dirigente del Servizio Teatri a introdurre, per tutelare l’Amministrazione Comunale,  l’obbligatorietà della presenza delle squadre di Vigili del Fuoco durante le manifestazioni  anche per una sala, come quella del teatro ridotto “A.Cafaro” dove nessuna normativa nazionale prevede una prassi simile(N.B. ovviamente la spesa dei Vigili del Fuoco a carico di chi utilizzava la struttura, ed in aggiunta al canone di affitto della sala).

Quello che più terrorizza a questo punto è l’incompetenza. Ancora, nonostante quanto stia accadendo, abbiamo visto fino a ieri rimbalzare sui media mirabolanti ricette di rilancio della città, fantasmagoriche teorie di una rinascita culturale di Latina, acrobatiche riletture del mito di fondazione e celebrazioni immaginarie della città del novecento. Sono un visionario per natura e sono il primo a sognare un futuro straordinario per Latina, che non mi limiti a fantasticare però lo testimonia il mio impegno professionale e la scommessa che porto avanti quotidianamente sulle potenzialità del luogo in cui ho scelto di vivere, lo testimonia il lavoro nelle scuole e con i giovani ma, proprio per questo motivo, ritengo doveroso sottolineare le mancanze di coloro i quali, investiti dal voto dei cittadini, avevano l’obbligo di fare, agire, o almeno denunciare.

Qualora si verificasse, cosa che appare probabile, la sciagurata ipotesi ventilata dalle cronache, ne pagherebbero le spese non solo i cittadini ma le imprese che lavorano negli spazi in questione, le scuole che seguivano le attività del teatro ragazzi, le famiglie che contavano su una offerta comunque presente e, soprattutto, ne pagherebbe le spese la nostra città ancora una volta umiliata e offesa da quelli che domani continueranno a fare campagna elettorale sciacquandosi la bocca con le parole cultura, turismo, rilancio e compagnia bella, quelli che diranno che non sapevano e che comunque la responsabilità è di qualcun altro. Da oggi probabilmente dovremo assistere anche al tentativo di qualcuno, tra quelli che sedevano in Consiglio Comunale, di appropriarsi del tema sollevandosi da ogni responsabilità in relazione a quanto sta succedendo. Del resto abbiamo già assistito anni fa al triste giro di danza che seguì la chiusura della Fondazione Teatro. “Danza Macabra” è il titolo di un testo di August Strindberg scritto nel 1900 dopo la vicenda della fondazione, la danza allora muoveva al ritmo delle famiglie dei dipendenti che vennero lasciati a casa, oggi si ballerà alla faccia della verità. Latina merita davvero di più.