Chiosco “illegittimo” a Monte San Biagio: assolti i dirigenti comunali e il direttore dei lavori

“Il fatto non sussiste”. Assolti con formula piena, su richiesta dello stesso pm, i due dirigenti del Comune di Monte San Biagio e il tecnico della controparte privata finiti a processo per i presunti abusi in area vincolata riguardanti il chiosco situato in via Carro, sequestrato nel 2012 dal nucleo investigativo della Forestale.

Una storia che per due degli iniziali cinque imputati, quelli che avevano optato per l’abbreviato, si era già chiusa positivamente nel maggio del 2014. Andrea Mirabella, titolare della ditta edile che aveva eseguito i lavori incriminati, nonché figlio dell’allora sindaco forzista Gesualdo, venne condannato a un’ammenda di 400 euro per la mancata comunicazione al Genio civile alcuni lavori in cemento, ma assolto per le accuse di abuso d’ufficio e abuso edilizio. Assoluzione anche per la titolare dell’attività finita sotto sigilli, Sara Mirabello.


Ieri, martedì, è stata la volta dei tre che avevano scelto la via del rito ordinario, come anticipato tutti assolti con formula piena. Davanti al collegio presieduto dal giudice del Tribunale di Latina Pierfrancesco De Angelis, le posizioni del dirigente dell’ufficio tecnico Tiziana Di Fazio, dell’allora segretario comunale pro tempore Andrea Nappi, e del progettista e direttore dei lavori Massimo Mancini.

A Di Fazio e Nappi, rispettivamente difesi da Giovanni Fusco e Massimo Basile, erano contestati i reati di concorso in abuso edilizio e abuso d’ufficio, oltre che, limitatamente all’architetto Di Fazio, falso in atto pubblico. In sostanza, si ipotizzava che il permesso a costruire per il chiosco fosse illegittimo, viziato da un falso nel vincolo paesaggistico. Per quanto riguarda Mancini, difeso dall’avvocato Guglielmo Raso, era accusato di abuso edilizio e falso. Tutto alla fine venuto a cadere. Nessun illecito, con la richiesta d’assoluzione giunta direttamente dal pubblico ministero Giuseppe Bontempo. Il quale, nelle proprie conclusioni, ha richiamato la sentenza degli abbreviati emessa dal gup Mara Mattioli.