Omicidio Barlone, la verità della “gola profonda”

*Patrizio Barlone*
*Patrizio Barlone*

Omicidio Barlone, incidente probatorio per la “gola profonda”. Il settimo indagato per il colpo in appartamento finito con la morte di “don” Patrizio Barlone, l’ex diacono e falso prete di Monte San Biagio rinvenuto cadavere nella propria abitazione nel centro del paese il 9 febbraio scorso, è comparso davanti la Corte d’assise di Latina venerdì mattina, convocato dal sostituto procuratore attualmente titolare del fascicolo, Valerio De Luca.

Obiettivo, quello di cristallizzare la versione dei fatti tenuta dall’uomo, Antonello P., l’unico indagato a piede libero, rispetto alle circostanze che poi portarono alla morte di Barlone, picchiato e legato fino a soffocare da alcuni “mazzieri” campani, secondo le indagini assoldati dal piccolo imprenditore fondano Aldo Quadrino.


*L'avvocato Basile*
*L’avvocato Basile*

Diverse settimane dopo la scoperta dell’omicidio il settimo indagato, monticellano, si recò dai carabinieri accompagnato dal proprio legale di fiducia, Massimo Basile. Diventando un superteste in grado di contribuire ad unire i tanti tasselli già in mano agli investigatori. Quando l’agguato finito in tragedia era ancora allo stato embrionale, Antonello P. riferì di essere stato avvicinato da Quadrino, che sperava di coinvolgerlo. Partecipò anche, disse, a una riunione organizzativa avvenuta a Fondi e a cui presero parte lo stesso Quadrino e i campani di lì a poco utilizzati come “braccio”. Secondo la versione tenuta davanti ai carabinieri, e quindi ripercorsa nel corso dell’incidente probatorio, protrattosi per circa due ore, si tirò fuori da quella situazione giusto in tempo, spaventato dalla vista di una pistola.