I balneari della provincia a confronto a Fondi

Spiagge all’asta e futuro in bilico, l’esercito di balneari pontini a raccolta nella Piana. Si terrà oggi nell’aula consiliare del Comune di Fondi, l’assemblea generale degli iscritti alla sezione provinciale del Sib, chiamati a discutere, alla presenza del presidente provinciale Mario Gangi e dell’omologo regionale Fabrizio Fumagalli, di problematiche cruciali per l’intero comparto. A partire dagli effetti della cosiddetta “direttiva Bolkestein”, concepita nel 2006 per liberalizzare il più possibile i mercati europei ma che rischia di tagliare le gambe ai balneari (e non solo). Affossando migliaia di attività e lasciando l’intero settore nel caos.

“La Bolkestein sta mettendo a repentaglio il futuro di 30mila aziende, a cui sono collegate migliaia di aziende fornitrici di prodotti ed attrezzatura”, ha sottolineato Marrigo Rosato, responsabile delle relazioni sindacali in seno alla Confcommercio di Latina. Tanto più che ancor oggi la data di effettivo inizio del nuovo corso rimane un rebus.


La scadenza delle attuali concessioni demaniali marittime, che interessano anche gli operatori della cantieristica e i noleggiatori di natanti, era stata inizialmente fissata per il 31 dicembre 2015. L’allora governo Monti aveva disposto una proroga fino al 2020, abbastanza in là per tentare di correre ai ripari ed evitare ripercussioni economiche potenzialmente devastanti. Un “congelamento” che rischia però di essere messo in discussione: contro la proroga, pendono due ricorsi alla Corte di Giustizia europea. Spada di Damocle che, mentre il governo continua a portare avanti un confronto serrato con gli operatori e l’Ue, tiene giorno per giorno in apprensione quello che è uno dei principali perni del comparto turistico, nazionale e locale.

Per una svolta all’insegna della liberalizzazione che, oltre ad effetti micidiali su turismo e posti di lavoro, potrebbe anche aprire le porte al malaffare: il timore di molti, è che le concessioni immesse nuovamente sul mercato finiscano in mani sbagliate. “Dovranno essere messe a bando con evidenza pubblica, con uno dei requisiti rappresentato dalla maggior offerta economica”, ha detto Rosato. “Con tutto ciò che questo comporta, come il maggior esborso da parte dei concessionari che hanno già fatto opere di miglioria sulle loro concessioni, o addirittura con il rischio molto serio che lo Stato potrebbe correre di intestare a soggetti legati alla criminalità organizzata le concessioni demaniali. Insomma, la camorra, la mafia o altri gruppi criminali internazionali, partecipando ai bandi in zone di pregio, potrebbero riciclare i proventi di attività illecite acquistando o intestandosi beni dello Stato”.